Ieri, mentre come di consueto scorrevo verso il basso sulla mia home di facebook tra un tram e l'altro, durante il ritorno a casa, mi sono imbattuta in un link che diceva:
"Eterne adolescenti. Se la sindrome di Peter Pan colpisce anche le donne" di Laura Eduati, che inizia dicendo: "Hanno trenta, quaranta, cinquant'anni. Si raccontano con onestà, ammettendo: non sono mai diventata adulta, non ho mai voluto crescere."
A questo punto mi sono fermata... ho riletto, attentamente, e non ho potuto fare a meno di spalancare gli occhi. Ha veramente scritto "Hanno trenta"...TRENTA?? Ora, vabbè che cerco di non pensarci, di dire che ho ancora 6 mesi per godermi il numero che inizia col 2... ma è già da quando ho fatto 27 che mi abituo all'idea di essere una trentenne. So che quando li compierò sarò immediatamente una quasi quarantenne e mi sentirò male, ma ad ogni modo, nonostante mi sia abituata a questa idea (diciamo) io non sono un'adulta. O forse si?
Io sono un'adolescente, io ho ancora bisogno di chiamare la Mamma. Io ho ancora bisogno di sentire uscire la parola mamma solo dalla mia bocca, e non da un bambino più piccolo di me. Sono ancora troppo figlia.
Poi però: mi alzo ogni mattina presto per andare a lavorare, torno tardi, faccio la spesa, cucino... e sui mezzi pubblici mi seggo senza guardare più in faccia nessuno, anche perché, lo ammetto, c'è sempre qualcuno più giovane, più adolescente di me pronto ad alzarsi. E allora forse lo devo ammettere, forse sono diventata grande. Ma ancora ho 29 anni, quindi, per sei mesi, farò finta che tutto questo non sia mai successo e continuerò ad indossare le scarpe senza tacco.
E' un errore: volevano scrivere sessanta e hanno scritto trenta. Tranquilla: siamo ancora adolescenti!
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