venerdì 30 novembre 2018

La mia prima anestesia

Parliamoci chiaro, quando mi hanno detto che dovevo affrontare l'intervento, benchè l'abbia presa con filosofia e ci scherzassi su, ero terrorizzata. Non tanto all'idea di finire sotto i ferri e venire aperta e gonfiata. Quando per il fatto che sarei stata completamente anestetizzata e quindi addormentata e incosciente. Il pensiero di addormentarmi e poi? Boh.

Ho cominciato a lasciare qui e la i miei voleri: al mio fidanzato ho chiesto di non rifarsi subito una vita e piangermi almeno un po', ho mangiato l'ultima cena anche se mi faceva schifo (era la mela cotta dell'ospedale) pensando che da morta avrei potuto pentirmene e che in fondo la mela è una cosa buona della vita. Ho abbracciato Giuseppino, il mio gatto, dicendogli di non preoccuparsi, perchè il mio fidanzato mi aveva promesso che lo avrebbe coccolato tanto al posto mio e cose così.

E anche se quando mi hanno fatto spogliare come un verme e messo quel "camice", che di camice non aveva niente perchè era una rete verde, tremavo come una foglia, quando ho percorso il corridoio sulla barella sorridevo e ho fatto anche il pollice in su ai miei che mi guardavano mentre mi portavano nel gelo della camera mor...volevo dire della sala operatoria.

Si, sono melodrammatica, lo sappiamo tutti, ma avevo paura veramente. Per questo mi sono stupita alla grande quando ho visto il volto dell'anestesista e, all'improvviso, mi sono sentita rassicurata. Era un ragazzo abbastanza giovane, con una voce gradevolissima, una sicurezza disarmante, non potevo non stare tranquilla. Ho perfino scherzato con l'infermiere che doveva mettermi la cannula in vena per la flebo e le varie medicine dicendo che lui, visto che aveva l'ago in mano, era quello che mi faceva più paura e che se non avesse beccato la vena al primo colpo lo avrei maledetto dopo la morte. E' stato bravissimo anche lui, perchè non solo l'ha beccata subito, ma non mi ha fatto neanche male e non mi ha lasciato neanche un livido. 

Immediatamente dopo l'anestesista mi ha sedato. Mi ha chiesto "come ti senti, ti gira la testa?" si, mi girava, ma era gradevole, era come essere brilli, felici, all'improvviso tranquilli. Poi mi ha fatto un'anestesia locale all'addome per bloccare i dolori successivi all'intervento, poi mi ha sedato di nuovo. In pratica prima ancora di entrare in sala operatoria mi ero già appisolata. Però tremavo, tremavo di freddo, così quando mi hanno portato in sala operatoria mi hanno circondato di cuscini caldi, tanto caldi che stavo proprio nella pace dei sensi. Una pacchia.



Mi hanno poggiato il respiratore sul petto, mi hanno detto "inizia a respirare..." e niente. Mi sono svegliata con l'anestesista che mi dava schiaffetti. Quello che a me è sembrato un istante, sono state circa tre ore di intervento, di cui solo 40 minuti di vera e propria operazione, altri 30 di anestesia locale prima e altre due ore tra post operatorio e risveglio. Posso dire solo che è una cosa incontrollabile, e in qualche strano modo, piacevole. No, non voglio dire che lo rifarei, ma che invece di essere terrorizzata, li, sotto le mani di sconosciuti, nuda come un verme e in procinto di essere gonfiata e bucata, ero sicura, tranquilla, quasi beata. 

Quindi voglio dirvi, si, bisogna essere fortunati a trovare medici bravi, e si, spesso non si è fortunati, ma in linea di massima i medici italiani sono persone grandiose e l'anestesia non è una cosa così brutta come si pensa. 



Ps. nella foto sono appena uscita dalla sala operatoria. Diciamo che ero quasi lucida! Yuppi!

mercoledì 28 novembre 2018

Corsa contro il tempo: troviamo una casa che mi devo operare!

Non scrivo da luglio scorso, quando sono caduta rovinosamente attirata da una forza invisibile e prepotente. E da luglio di cose ne sono successe anche troppe, così tante che forse un foglio di carta, benchè digitale, non basterà per raccontarle. Innanzi tutto mi sono messa a dieta: no, non volevo dimagrire, ma ho dovuto, perchè ho iniziato a soffrire di coliche dovute ad un calcolo alla colecisti che sapevo di avere ma che, bastardamente, ho ampiamente sottovalutato. E così, rinunciando alla carbonara, alla salsiccia, al salame, ai fritti, al burro, ho perso sette kg, e qualche etto di felicità, guadagnando però tanto in salute. La visita chirurgica ha sentenziato che avrei potuto tirare, con la dieta, fino ad ottobre, tuttavia a settembre ho preso un altro appuntamento e si... mi sarei dovuta operare, non si sapeva bene quando. Mi avrebbero chiamato loro.

Nel frattempo, giusto per mantenere sereno il mio animo e non stressarmi troppo, a fine luglio io e il mio fidanzato ci siamo trovati a prendere la decisione di andare finalmente a vivere in una casetta un po' più grande. Il nostro nido d'amore resterà sempre il nostro nido d'amore, ma effettivamente dopo cinque anni cominciava ad essere un po' troppo stretto, per quanto noi vicini vicini siamo sempre e comunque stati bene. 

Vi dico, che se cercate casa a Roma, dovete mettervi di sana pazienza, rovistare tra tutti i miliardi di articoli assurdi, visitare appartamenti improponibili e scansare i miliardi di seminterrati che ci sono qui a Roma, miliardi, milioni di miliardi spacciati per "piani terra", o per "leggermente seminterrato", che vi fa ritrovare in pochi istanti sepolti in casa. Scansare le agenzie che vi vogliono svuotare il conto in banca e magari vi propongono pure contratti in nero loschissimi in cui non si sa neanche chi è il padrone di casa perchè è qualcuno di "importante" e non può essere disturbato. Vedrete case carissime, dove non c'è nulla, neanche il riscaldamento e i fuochi della cucina, ma tanto esistono le stufe no?

Beh, quando avevamo quasi rinunciato l'abbiamo trovata, giusto un paio di giorni prima che mi chiamasse l'ospedale per la preospedalizzazione, lo scorso 30 ottobre. Questa storia di case e ospedali, va raccontata insieme, perchè le cose sono combaciate che quasi sembra un miracolo e sono successe praticamente assieme. Dopo la preospedalizzazione, ho chiesto per motivi di lavoro e di vita, che l'intervento non avvenisse prima del 15 novembre. Mi hanno quindi chiamato per l'intervento il 21 novembre. Era il 5 quando io e il mio fidanzato abbiamo firmato il contratto. Dal weekend successivo abbiamo cominciato a portare qualcosa... ci siamo accorti però, che le cose erano troppe, ma ormai c'eravamo messi in testa di fare il trasloco da soli (cosa che, come per la casa a Roma, non fatelo. Mai. I soldi del trasloco sono soldi guadagnati in salute!). Abbiamo optato che avremmo finito di portare le cose solo dopo che ci avessero attaccato la linea internet. Così è stato il 13, e quindi il weekend del 17 ci siamo trasferiti. E' stata la nostra prima notte nella nuova casa.
Io ho pianto quando ho lasciato la vecchia e ora sono felicissima di stare in quella nuova che sento già mia. 

Il 20 doveva essere il mio ultimo giorno di lavoro prima dell'intervento, ed il 20 sera mia madre sarebbe arrivata da palermo. Il 20 mattina mi chiama l'ospedale facendomi sapere che il posto letto si era liberato e dovevo ricoverarmi subito per occuparlo se non volevo rischiare di perderlo, e io non potevo rischiare visto che mia madre sarebbe arrivata quella sera e non potevo rischiare di farle fare un viaggio a vuoto. Così mi sono ricoverata il 20, mi sono operata il 21 e il 23 sono uscita d'ospedale. Sono stata a casa con mia madre fino ad oggi che è dovuta andare via. E se non avessi avuto una casa, non avrei saputo come fare, perchè non avrei potuto ospitarla, e lei non mi sarebbe stata vicino e io, senza di lei, forse non sarei riuscita a stare bene. Oggi è andata via, è inutile che vi dica quanto mi manca, si?

Vi ho fatto una cronistoria, per farvi sapere che sono viva, che spero di stare meglio perchè comincerò una vita in qualche modo nuova, con nuovo cibo, nuova salute, e una nuova casa. E magari, riuscirò a riprendere a raccontarvi le mie fantastiche avventure, con tanto di dettaglio sull'intervento e l'anestesia, che vi confesso, a posteriori: è una figata assurda!

A presto!