mercoledì 30 dicembre 2015

Spingitori di persone...su rieducational channel.


Tanto per citare la famosissima Vulvia, di "rieducational channel", oggi vi parlerò di "spingitori".

Ma non farò un semplice excursus, vorrei farvi una vera e propria classifica, della quale però, sarete voi se vorrete a stabilirne l'ordine. Io mi limiterò ad elencarvi gli stili dei diversi spingitori che si incontrano sui mezzi pubblici, come se fosse una vera e propria disciplina olimpionica, a voi invece votare (voto da uno a dieci) il vostro preferito. Quindi ecco a voi, in ordine sparso:

 
- Il Gentleman, anche se forse sarebbe meglio dire Gentlewoman, visto che la maggior parte di questi figuri è donna. Vi deve essere per forza capitato almeno una volta di ritrovarvi, all'apertura delle porte del vostro mezzo pubblico, qualcuno che, attendendo di salire, vi poggia gentilmente una mano sulla spalla e vi accompagna con delicatezza fuori. Tanto che voi lo guardate e dite: "ma com'è gentile".. no, in realtà a me viene solo una gran voglia di spezzargli il polso, ma sarò io un tantino esagerata.

- Il puntellatore. Lui non è un vero e proprio spingitore, la sua più che una disciplina olimpionica è una preparazione atletica. Il suo è un approccio di piccoli passi, tentativi. Lui agisce coi piedi, dando colpetti di punta ai tuoi talloni, facendoti sentire la sua presenza alle spalle, il fiato sul collo, che, per un tipo ansioso e "schifittoso" come me, è un fantastico motivo per accelerare il passo.

- La reazione a catena. Questi sono i poveri senza colpa. Ogni tanto ammetto che è capitato anche a me. Coloro che sono immersi in questa disciplina, ci si trovano per caso e non possono farne a meno, difficilmente riescono a tirarsene fuori. Ma dobbiamo perdonarli, non hanno cattiveria.

- Il frettoloso. Si è quasi banale, ma neanche tanto, perché il frettoloso ha uno stile tutto suo, e realmente impeccabile. Ma bisogna dire che si suddivide in due sotto categorie: il frettoloso sbracciato ed il frettoloso palla da biliardo. Vado a spiegare. Il primo oltre al consueto "permessopermessopermessoscusatepermesso" che anticipa il suo spintone,  usa le braccia per farsi spazio e limitare i danni. Il secondo invece, oltre alla stessa usuale frase di rito, si chiude in sé stesso e avanza come un ariete ai tempi delle città medievali, sfondando ogni persona che si ritrova davanti, incurante siano essi donne, uomini, bambini, gravide e così via. Lui fa un po' "ndo coglio coglio" e avanza, finchè non trova la via d'uscita. E' chiaro che siete parecchio sfortunati, se capitate sulla strada di una di queste creature.

- Il sovrano. Se pensavate di averle viste tutte, posso assicurarvi che vi sbagliate. Neppure io, attenta osservatrice della fauna che circola sui mezzi pubblici, posso affermare con assoluta certezza di averne visto di ogni e di non potermi più stupire. Se lo facessi, verrei continuamente smentita, e proprio oggi, infatti, sono stata smentità da "sua maestà" il "sovrano" degli spingitori. Questa figura altezzosa, non intende aspettare, non permette che nessuno gli si pari d'innanzi e vuole steso il tappeto rosso all'apertura delle porte. Se tu per caso con il naso sbuchi dall'apertura, perché vorresti salire visto che fuori piove a dirotto o - come in questi giorni - fa un freddo cane, lui ti caccia via con un mal rovescio, senza neppure guardarti in faccia. La cosa divertente è che tu, spinta dal "sovrano", pesti e spingi chi ti sta dietro...e poi vaglielo a spiegare che sei stata "vittima" di una reazione a catena, mica tutti lo capiscono.

- Il Gambero. Come nella fauna animale, anche in quella umana ci sono misteriose creature che anziché camminare in avanti, guardando dove mettono i piedi, indietreggiano, facendosi spazio tra la folla a colpi di zaino e pestoni, senza chiaramente farsi alcuno scrupolo su chi o cosa colpiscano. Non so perché, ma spero sempre che uno di questi "gamberi" si trovi un giorno o l'altro davanti a un Mike Tyson per vedergli staccare magari non solo l'orecchio, al primo colpo di zaino portato a segno.

- Il falso invalido. Non credo che un mignolo rotto ti giustifichi dal cagare il caBIP a chiunque si pari d'innanzi a te. E non credo neanche che un mal di testa possa considerarsi invalidante. Ecco, ci sono invece persone che pensano che un mal di testa o una mano dolorante, sia tremendamente invalidante, quando l'unica menomazione è nel loro cervello, probabilmente dalla nascita. Loro sbraitano, spingono, fanno finta di zoppicare per giunta, per farti sentire in colpa e farti spostare. E se ti azzardi a dire loro qualcosa, guai! Perché ti inimichi il popolo, e il popolo si sa, non sta mai dalla parte della giustizia, ma dalla parte di chi sicuramente ha la meglio. Tra me e un falso invalido, sui mezzi pubblici, sicuramente ha la meglio il falso invalido.

- Gli sfruttatori. Questi sono tra quelli che personalmente odio di più. Sono quei genitori che usano i bambini per fare il loro sporco lavoro di spingitori. Perché si sa, molti non resistono proprio alla faccetta tonda di un bimbo, anche se ti spinge o ti ficca i suoi piedini tra le costole perché si agita in braccio. MOLTI, si, ma non io. Io, anzi, se vedo un bambino mi infastidisco a priori. Ho quasi il terrore, più o meno come se vedessi un ragno grosso e peloso arrampicarsi con la sua tela ad un centimetro dal mio naso. A volte vorrei che facessero come in Cina, impedissero alla gente di procreare, perché a volte la Natura non è sufficiente e certi idioti si accoppiano pericolosamente come conigli.

Per il momento direi che può bastare. Sperando che l'anno nuovo non ci regali troppi "spingitori" di persone, auguro a tutti voi un felice capodanno e una buona epifania.

lunedì 21 dicembre 2015

L'equilibrio nella forza...

"C'è stato un risveglio...poi un tremito" ... Volendo semplicemente rimanere in tema, visto che questa settimana, ovunque mi sia girata, qualsiasi spot, film, o annuncio abbia visto, aveva dei riferimenti a "Star Wars - Il Risveglio della Forza", ho deciso di scrivere questo post.
 
Ammettiamo, dunque, per un istante che il mondo di Star Wars sia reale, e che quindi Luke Skywalker sia quello che porterà l'equilibrio nella forza. Beh, in questo caso, io sarei esattamente la sua nemesi. E con nemesi non intendo un signore oscuro dei Sith, no, anche se forse sarebbe il lato oscuro il mio preponderante, soprattutto quando sono sui mezzi pubblici, ma ciò che intendo nello specifico, è che io, l'equilibrio, non so neanche cosa sia.
E sono sempre stata così, fin da piccola. Potrei citare tantissime cadute, potrei citare di quando sono rotolata giù dalle scale e svenuta, che a momenti a mia madre prendeva un infarto e credo che abbia ancora i sensi di colpa, potrei raccontarvi di quando mia madre si è ritrovata in bagno a pettinare il vuoto perché io ero inspiegabilmente sotto il lavandino, distesa. Potrei raccontarvi di quando ho fatto il mio più bel volo dai pattini e mi sono rotta il braccio, o di quando semplicemente mentre tutti i miei compagni non vedevano l'ora che ci fosse l'educazione fisica, io scappavo a gambe levate, terrorizzata dal fatto che potessero farmi fare qualcosa che mi facesse cadere, rompere un braccio, una gamba, o semplicemente essere me stessa: ovvero ridicola in un moto qualsiasi.
Ad ogni modo, questa carenza di equilibrio e muscoli, con l'età, non è migliorata affatto, anzi. Mi è cresciuto tutto, tranne i piedi che sono rimasti di una misura ridicola. Le ossa sono deboli come sempre e quindi capirete il divertimento quando in metro o in tram non trovo un posto a sedere e l'autista si diverte a frenare e accelerare di continuo.
Mi ritrovo sballottata da una parte all'altra del mezzo e a dover chiedere continuamente scusa a tutti. Credo di aver pestato più piedi io nell'ultimo anno che qualsiasi ballerino di flamenco in tutta la sua vita. Ma questo non basta, a volte, se io sono seduta, è la gente a cadermi addosso, sono una calamita naturale per gli squilibrati, non solo quelli mentali.
Una volta, appena salita in metro, mi sono posizionata appesa ad uno scorrimano. Il treno è partito troppo velocemente e mi sono ritrovata "coricata" sulla schiena di una persona, che mi dava la schiena. Ho provato a chiedergli scusa, ma il problema è che non riuscivo più a rimettermi dritta e quindi, fino alla fermata successiva, sono rimasta a peso morto su questo povero cristo (o crista, visto che, presa dal panico e dall'imbarazzo, lei è fuggita alla fermata seguente e io non ho avuto neanche il tempo di scusarmi).
Se fossimo nel mondo di Star Wars, io non sarei un Jedi, non sarei neanche un Sith... mi sa che sarei più simile a C3po. Anche se comunque meno aggraziato nei movimenti. Ecco.
 
 
 
 

giovedì 17 dicembre 2015

Quando è successa questa cosa?

Ieri, mentre come di consueto scorrevo verso il basso sulla mia home di facebook tra un tram e l'altro, durante il ritorno a casa, mi sono imbattuta in un link che diceva:
"Eterne adolescenti. Se la sindrome di Peter Pan colpisce anche le donne" di Laura Eduati, che inizia dicendo: "Hanno trenta, quaranta, cinquant'anni. Si raccontano con onestà, ammettendo: non sono mai diventata adulta, non ho mai voluto crescere."
A questo punto mi sono fermata... ho riletto, attentamente, e non ho potuto fare a meno di spalancare gli occhi. Ha veramente scritto "Hanno trenta"...TRENTA?? Ora, vabbè che cerco di non pensarci, di dire che ho ancora 6 mesi per godermi il numero che inizia col 2... ma è già da quando ho fatto 27 che mi abituo all'idea di essere una trentenne. So che quando li compierò sarò immediatamente una quasi quarantenne e mi sentirò male, ma ad ogni modo, nonostante mi sia abituata a questa idea (diciamo) io non sono un'adulta. O forse si?
 
Io sono un'adolescente, io ho ancora bisogno di chiamare la Mamma. Io ho ancora bisogno di sentire uscire la parola mamma solo dalla mia bocca, e non da un bambino più piccolo di me. Sono ancora troppo figlia.
Poi però: mi alzo ogni mattina presto per andare a lavorare, torno tardi, faccio la spesa, cucino... e sui mezzi pubblici mi seggo senza guardare più in faccia nessuno, anche perché, lo ammetto, c'è sempre qualcuno più giovane, più adolescente di me pronto ad alzarsi. E allora forse lo devo ammettere, forse sono diventata grande. Ma ancora ho 29 anni, quindi, per sei mesi, farò finta che tutto questo non sia mai successo e continuerò ad indossare le scarpe senza tacco.