venerdì 7 agosto 2015

Si chiude in bellezza... o no?


Ebbene si, anche per me è arrivato l'ultimo giorno di lavoro (fino a settembre almeno, incrociando le dita) e quindi anche per me, ieri, c'è stata l'ultima avventura sui mezzi pubblici. Un'avventura faticosa, visto che mi sono ritrovata inaspettatamente a dover trasportare un personal computer a mano, senza neanche una bustina. E per altro, subito dopo averlo usato, e quindi con una temperatura intorno ai 40° C. E non che fuori ce ne fossero meno. Insomma, ho cominciato a sudare ancora prima di uscire dall'ufficio con aria condizionata, solo per il pensiero di ciò che mi aspettasse. 
Ovviamente, visto che era l'ultimo giorno, il bus non passava, e non passava, e non passava, e non è passato per circa 45 minuti, durante i quali credo di aver perso qualcosa come due, tre kg di liquidi.
Mi sudavano pure le ciglia. Comunque salgo finalmente su questo cavolo di Autobus, giustamente pieno come non mai. Mi seggo e solo dopo mi ricordo che l'abbonamento mi è scaduto, così avrei dovuto fare il biglietto. Mi rialzo, sempre con borsa strapiena e computer in mano, che, su un autobus in movimento e strade orribilmente asfaltate con alternanza di sanpietrini, non è proprio il massimo, vado a fare il biglietto. Chi mi stava per fregare il tanto agognato posto capisce e per fortuna mi lascia risedere e così inizia la mia lunghissima tratta, fino alla stazione Trastevere dove il bus fa capolinea. Scendo pensando che per l'ultimo tratto (1 km circa) mi sarei presa un taxi. Ero distrutta, esaurita e veramente con pochissima autonomia (e non parlo della batteria del cellulare, ma di quella del mio cervello). Così scendo dall'autobus, che si ferma decisamente lontano dagli unici due taxi che avevo visto, ci penso un attimo su e mi dico che è davvero stupido prendere un taxi per 4 fermate di autobus, che era uno spreco di soldi visto che avevo già timbrato il biglietto. Così vado all'ennesima fermata, aspetto l'ennesimo autobus, che finalmente arriva, e salgo su. Autobus strapieno, io sempre con quel cavolo di computer da portare a mano e difficoltà immani nel tenermi. Vedo un posto, ma sento un urlo. Una signora che si sposta di corsa. Mi giro e vedo un anziano, sicuramente con qualche problema, e la faccia di colore fucsia, che aggredisce un altro anziano, con altrettanti problemi, che non riesce nemmeno a rispondergli e tenta di evitarlo, andandosi a sedere. Il primo, da adesso "il tipo aggressivo", gli va addosso, sollevandosi in un calcio che neppure il più grande maestro di taekwondo del mondo sarebbe stato capace di dare. Gli altri fermano il tipo aggressivo, tirandolo giù, mentre il tipo remissivo cercava di alzarsi e scappare. Quando l'altro scende, l'altro, il tipo remissivo, quello aggressivo borbotta. Tutti pensavamo che sarebbe finita li, e invece il tipo aggressivo decide che non gli era bastata. Scende dall'autobus ed insegue il tipo remissivo iniziando a portare altri due tre cazzotti. Si immischiano gli uomini della fermata e, giustamente, interviene l'autista che si prende un bel cazzotto anche lui. Sembra si riesca a sedare la rissa, l'autista sale, io salgo, la gente si sistema, i due restano giù. Partiamo e in lontananza vedo il tipo aggressivo che insegue ancora quello remissivo. Ragazzi, ci mancava solo che mi prendessi un cazzotto pure io per finire la traversata di DUE ORE nel traffico di Roma per tornare a casa. Ma alla fine, con un computer in mano e tantissimo sudore addosso, ce l'ho fatta, sono arrivata e SONO IN VACANZA.


sabato 1 agosto 2015

Della serie... non ci posso credere!

Sui mezzi pubblici, ne converrete con me, se ne vedono di cotte e di crude. Ho già fatto, infatti, la classifica delle cose (e persone) più strane, ma la verità è che dovrebbe essere continuamente aggiornata perché man mano che vado avanti, prendendo ogni giorno i mezzi, le cose assurde con cui mi trovo ad aver a che fare aumentano. Vorrei documentarle tutte ma per alcune dovrete semplicemente credermi sulla fiducia, come per il tipo non sessualmente identificato che aveva tre orologi, due a destra e uno a sinistra e leggeva un libro con tante vagine disegnate. Sicuramente si trattava di ginecologia, ma confesso che, guardando questa creatura mitologica, probabilmente donna alla nascita ma guastatasi con la crescita, veniva spontaneo chiedersi chi avrebbe mai avuto il coraggio di farsi sfiorare da quell'energumena baffuta e orripilante che sicuramente non aveva tutte le rotelle apposto. Per altre creature mitologiche, non ci sarà bisogno che crediate solamente alla mia parola, perchè sono riuscita ad immortalare l'attimo. Obiettivamente, vengono mille dubbi. Ti chiedi: "ma sono in un cartone animato?" 
Perchè certe creature non possono esistere nella realtà. Non sono reali. Non possono essere persone reali, vere, che vivono e scelgono di loro spontanea volontà di ridursi in un certo modo. Guardandole, risulta piuttosto ovvio che sono frutto della fantasia di qualcuno molto, ma molto, stronzo.
 E' il caso della signora coi capelli gialli e gli occhi blu, ma non mi riferisco all'iride di certo. E se vi state chiedendo perchè dico "capelli gialli" e non "bionda", beh, guardate voi stessi. La foto l'ho messa di proposito. 

Poi, e per questa testimonianza devo ringraziare la mia amica Ambra, c'è chi la mattina ha troppo sonno. Ma veramente troppo, ma così tanto, da non riuscire neppure a distinguere colori e forme; un sonno così forte e profondo che non si è neppure capaci di capire che si sta sbagliando qualcosa e che c'è qualcosa di strano sotto i piedi quando si cammina. Ci resterà sempre il dubbio se è più comoda la ballerina o la superga. Ma nel frattempo, uscendo dal fantastico mondo dei sogni, torno alla realtà e vi auguro un buon weekend lontano dai mezzi pubblici.