lunedì 29 gennaio 2018

A lezione con Milady de Winter: la donna più stronza della letteratura.

Molti di voi ricorderanno quando ho parlato di Floria Tosca, come una donna non esattamente furba (qui se non ve lo ricordate o se volete semplicemente rileggere). Oggi vi parlo del suo esatto opposto, del demonio sceso in terra, come lo definisce Dumas, ma ALLARME SPOILER! non leggete oltre se non volete sapere come finisce i tre moschettieri, e soprattutto cosa succede a Milady, la donna più stronza del mondo.





In realtà il libro "I Tre Moschettieri" avrebbe dovuto chiamarsi "Milady, e gli uomini a cui ha rovinato la vita", cioè tutti, non c'è un protagonista a cui Milady non stravolge la vita, non cava un occhio, non uccide un parente, o non porta al suicidio. Tutto il libro gira intorno alla figura di questa donna, che incanta gli uomini come il flauto magico fa coi serpenti e che riesce sempre (o quasi) ad averla vinta


Non ci tengo a farvi un resoconto del libro, non intendo fare una recensione (ma per piccolo appunto vi dico che l'ho trovato assolutamente meraviglioso, un vero e unico capolavoro della letteratura francese), ma voglio raccontarvi di Milady de Winter, ovvero Anna, ovvero la Contessa di La Fere, ovvero la più grande stronza del mondo della letteratura

Milady inizialmente risulta quasi marginale, benchè appaia fin da subito a D'Artagnan, che la scorge quando questa, nel tessere le sue trame, incontra Rocheford, l'ombra del Cardinale. E' subito chiaro che lei operi per i cattivi, ma sarà ancora più chiaro che la cattiva è lei, e che lei opera per lo più per sè stessa.


Andando avanti, aggiungendo alla serie infinita di intrighi che conosciamo (perchè se state leggendo qui, sicuramente conoscete la trama de "I Tre Moschettieri", altrimenti siete masochisti e comunque io cercherò di rivelarvi il meno possibile) D'Artagnan si trova ad avere a che fare con Milady. E' spinto dalla voglia di vendicarsi, perchè Milady ha partecipato al rapimento della donna che lui ama (e non si sa perchè la ama, ma tant'è, è giovane, lo si perdona). Milady, dopo aver cercato di far uccidere il cognato e benchè D'Artagnan sappia perfettamente che è un'arpia, riesce a farlo follemente innamorare di lei, al punto che il nostro giovane guascone si finge un altro pur di averla, e inganna una povera cameriera folle d'amore per lui.


In pratica Milady riesce a farci odiare D'Artagnan per circa 7 capitoli. Quando però Milady scopre l'inganno di D'Artagnan, questi diviene preda del suo odio. Il nostro giovane Guascone pare pentito e torna in sé, cercando di vendicarsi, ma soprattutto di sfuggirle. Durante il loro "ingannevole atto d'amore" (che comunque a D'Artagnan non dispiace affatto), D'Artagnan scopre che Milady ha il marchio dell'infamia sulla spalla, proprio come quello che aveva la donna amata da Athos (Athos il figo, Athos il magnifico, Athos l'unico irreprensibile... si capisce che amo Athos?), che lo privò di tutto, dell'onore, della famiglia e della dignità (non ne manca uno, oh).


E Milady non dimentica, lei ha un chiodo fisso: vendicarsi. Così manda il vino avvelenato a D'Artagnan, che ammazza un povero cristiano invitato per caso a bere e gli salva, di fatto, la vita. Si rende così colpevole di omicidio, e quindi si sente incredibilmente in colpa, ma altresì aumenta il suo odio per Milady.


Mentre sono in una taverna (Dumas ama le taverne) o in una bettola (si, Dumas ama anche le bettole) Athos sente la voce di Milady, la riconosce, la minaccia: Milady sembra aver paura solo di Athos, che si scopre essere il suo primo marito. Ma Athos che fa? L'ammazza? Si vendica? La blocca? La uccide? No, niente di tutto questo: le strappa il salvacondotto datole dal Cardinale e la lascia andare. Ma si può?


Io, che avevo già capito l'antifona, ho bestemmiato! Ma puoi lasciare andare una donna che hai provato ad impiccare ed è sopravvissuta, che sai che deve andare a compiere un delitto e rovinare la vita per la seconda volta a te e probabilmente al tuo migliore amico, che ha già tentato di avvelenare? Puoi? Si, lui può, perchè lui è Athos il giusto. Finchè non si incazza, e poi sono cavoli amari eh!


Milady sembra, per la prima volta da quando ha iniziato a compiere le sue congiure, in difficoltà, parte per l'Inghilterra senza il salvacondotto che le aveva consegnato il Cardinale - preso da Athos - ed in ritardo rispetto a quanto avrebbe dovuto, inoltre, i nostri Moschettieri conoscevano i suoi piani e quindi partono al contrattacco, mandando avvertimenti a destra e a manca cercando di sabotarle i piani.


Avvertono Lord de Winter (promemoria: il cognato di Milady che voleva fosse ucciso da D'Artagnan per prendere tutta l'eredità) che riesce ad intercettarne l'arrivo in Inghilterra, la rapisce e le mette accanto un uomo grande, grosso, quasi muto ed assolutamente pio, incorruttibile. Lord de Winter lo ha avvertito della magia diabolica di cui è dotata Milady che oltre ad essere, bellissima e furbissima, ha anche una voce d'angelo ed assolutamente nessuna pietà. Fatto sta che quest'uomo, inizialmente duro come la pietra, che ti fa sembrare che per lei non ci sia scampo, fedelissimo di Lord de Winter, viene corrotto dalla falsa fedeltà in Cristo (che cazzo...) di Milady e l'aiuta a fuggire. Non solo... compie anche il delitto che il Cardinale le aveva mandato a compiere. E quindi, oltre l'inganno, la beffa. Muoiono due uomini in un colpo solo, quello che uccide Fenron (così si chiama sto povero disgraziato, e non vi dico chi uccide, ma è importante!), sia Fenron, perchè viene catturato, ammette la colpa rendendosi conto di essere stato ingannato, e quindi, col cuore infranto da Milady, si fa tagliare la testa.


Milady torna vittoriosa in Francia, va in un convento dove aveva appuntamento con l'uomo del cardinale, che - guarda caso - è lo stesso convento dove è stata nascosta l'amata di D'Artagnan, la Signora Bonacieux, che finisce in questo intrigo perchè aiuta la Regina a salvarsi dalle mire vendicative del Cardinale, per la sua storia d'amore con il Duca di Buckingam (altro uomo rovinato da Milady, n.d.r.).


La Signora Bonacieux, che fino a quel momento si è mostrata furba, oltre che bella, diventa all'improvviso una cretina. Ma Milady ha un potere che noi umili esseri umani non possiamo comprendere e quindi Milady diventa in due pagine la migliore amica di Constance Bonacieux, che rivela a Milady tutto, dall'inizio alla fine, credendo che Milady sia una carissima amica di D'Artagnan, mentre quella non solo se l'è selvaggiamente portato a letto, ma l'ha pure cercato d'ammazzare subito dopo come una vera mantide religiosa. Quando Milady scopre l'arrivo di D'Artagnan, si accorda con Rocheford per rapire la Signora Bonacieux, ma i suoi piani sembrano andare a farsi fottere, stavolta Athos, Porthos, Aramis e D'Artagnan sono andati veloci come il vento, hanno intercettato la carrozza che Bonacieux aveva mandato e l'hanno superata, arrivando per primi al convento. Milady le fa credere che sono arrivati gli uomini del Cardinale, e così tenta di fare uscire dal retro anche Constance, ma questa, presa da un improvviso barlume di furbizia, non si muove. Crede che D'Artagnan arriverà (e credi bene, cretina! E' arrivato!) e così il tuo cuore inizia a battere: vedi già la spada infilzata nella pancia di Milady, il suo sangue ovunque, la sua testa nelle mani di Athos, D'Artagnan abbracciato a Constance, Porthos ed Aramis che brindano con gli amici e tutti felici e contenti, e invece col cazzo!





Col cazzo perchè veramente Milady è il demonio: vedendo che non riesce più a convincere la Signora Bonacieux a seguirla, prima di scappare, giusto perchè non ha rovinato abbastanza vite, l'avvelena.


Quindi, quando entra D'Artagnan, un millesimo di secondo dopo, Milady si è volatilizzata, la Signora Bonacieux sta morendo e Athos annuncia serenamente a tutti che non c'è alcun antidoto per i veleni che usa Milady


Così Constance muore, Aramis e Porthos non sanno che fare e sono in forte imbarazzo, D'Artagnan prima piange e poi sviene, e finalmente Athos si incazza. Quando Athos si incazza si urla di gioia, perchè pensi che finalmente non può farsela scappare. In quel momento arriva pure Lord de Winter (che non si sa come ha fatto a sapere che loro fossero tutti li) e si unisce all'allegra combriccola che si muove per vendicarsi, e finalmente uccidere Milady.


Ma anche all'ultimo, quando all'allegra combriccola si unisce anche il Boia (anche lui con il fratello morto e la vita rovinata da Milady) pensi che possa cavarsela, perchè solo guardando i servitori, li corrompe.


A quel punto... potrei dirvi come finisce, e invece vi lascio col dubbio. Perchè Milady è una figura mitologica, mezza donna e mezza demonio, una donna da cui forse ogni tanto dovremmo prendere esempio.

giovedì 18 gennaio 2018

Sono una stronza, ma c'è chi è più stronzo di me.

Tempo fa il mio ragazzo mi ha mandato il link di un articolo di giornale che diceva che forse, se vediamo che intorno a noi tutti sono idioti, siamo semplicemente degli stronzi. Forse quindi devo accettare il fatto di essere stronza, è una problematica con cui ormai riesco perfettamente a convivere. 

Quello che invece non riesco ad accettare, è il fatto che alcune persone non si rendano conto che non solo sono stronze, ma perfino insensibili, prive di empatia, ed incredibilmente fortunate. Si, perchè poi il destino è sempre buono con quelli che se lo meritano meno, e la mia non è invidia (che non mi appartiene affatto). E' una semplice constatazione.

Molti di voi avranno letto come non sono diventata un ingegnere (qui se non l'avete letto e volete sapere quanto sia stata disastrata la mia carriera universitaria), e di come mi sia dovuta adattare ad un lavoro di segreteria. Il fatto che io dica (e scriva) di essere comunque contenta del mio lavoro non significa che non avrei voluto fare altro nella vita, che non sognassi uno stipendio stratosferico e non aspirassi a diventare un astronauta. Ebbene si, il mio sogno era lavorare alla N.A.S.A. E' per questo che mi sono iscritta in ingegneria delle telecomunicazioni. Mi sono resa conto che le mie aspettative erano un po' troppo alte rispetto ai miei standard di studio, sono sempre stata fondamentalmente una persona che ama la comodità e la vita semplice, ma i sogni c'erano e deluderli comunque non è mai stata una cosa bella, né facile.

Io mi ritengo molto fortunata, ho un lavoro, un tetto sulla testa, e mi posso anche permettere una cena fuori ogni tanto. C'è sicuramente chi sta meglio di me, come ho detto prima, ma sicuramente c'è anche chi sta peggio, quindi - soprattutto quando sono con gente che non conosco - evito sia di lamentarmi, che di vantarmi: due delle cose più insopportabili del mondo. Anzi, di vantarmi, non lo faccio quasi mai, tranne che con persone con cui sono strettamente in confidenza, e se lo faccio, lo faccio anche a mo' di presa per i fondelli. 

Mi sono ritrovata con gente, o in contatto con persone, che hanno entrambi i difetti. L'apoteosi è quando si lamentano per vantarsi. Quella è una tecnica veramente sopraffina, che solo pochi figli del male riescono a realizzare.

E così, mentre io analizzo ogni giorno, costantemente, la mia vita, cercando di ringraziare per quello che ho, lamentandomi sempre, ma a bassa voce, e sperando in qualcosa di meglio per il futuro, ma senza pretendere, mi ritrovo circondata da persone che, con estrema nochalance, ti schiaffano in faccia i loro successi, o meglio, la loro tranquillità nel non avere successi, nel potersi tranquillamente permettere di avere dei sogni che forse non realizzeranno mai, anche a quarant'anni. Nello stare li a dire che niente va bene per loro, che devono ancora decidere quale lavoro fare. "Decidere quale lavoro fare..." solo pronunciare questa frase mi fa senso, nello stato in cui si trova il mondo, e soprattutto il nostro Paese oggi. E' una frase anacronistica e forse, in realtà, completamente assurda. 
Se io stessi li a pensare a quale lavoro è più adatto a me probabilmente morirei. Probabilmente non mangerei. Probabilmente non troverei nessun lavoro adatto a me: io vorrei essere una ricca ereditiera. E queste persone che stanno li, sedute davanti al loro bel pc, pensando a cosa fare del loro futuro, quando io entro in crisi quando penso a cosa mangerò a cena, che hanno bisogno di parlare con un coach, per capire quale sia la loro predisposizione, che lasciano un lavoro sicuro per cercare l'avventura nel Madagascar, oppure per andare a nuotare coi Delfini nel Pacifico, o per saltare coi canguri in Australia, o sono ricchi ereditieri o sono pazzi. 

Ma una cosa è sicura, sono molto, ma molto, ma molto più stronzi di me.



lunedì 15 gennaio 2018

Donne con l'influenza: ci sono caterpillar, e poi ci sono io.

Ci sono donne che dicono di riuscire a pulire per terra pure con la febbre, mentre i loro mariti e compagni con 37,2 sono più di la che di qua. Oggi vi racconto come a casa mia accada esattamente il contrario. Come io, con l'influenza, divento totalmente inutile


Non mi veniva l'influenza da due anni, l'anno scorso sono stata graziata e invece quest'anno mi ha atterrato completamente per tutto lo scorso weekend. Non ho avuto febbre, ma se te la senti cosa cambia? Avevo il viso in fiamme, le ossa doloranti, la schiena spezzata, i brividi di freddo. E soprattutto non riuscivo a muovermi da sotto le coperte. E non avevo appetito. Per me, non avere appetito è gravissimo. Io mangio solitamente come un camionista ucraino, con tutto il rispetto e tutta la mia stima per i camionisti ucraini. In tutto ciò mi sono rifugiata sotto due coperte di pile sul divano e non riuscivo a sbucare fuori neanche con un dito. Il mio fidanzato - che è, come tutti ormai saprete - un angelo, ha cucinato e fatto i piatti per due giorni e ieri sera, al culmine del mio status febbrile, mi ha perfino aiutato a mettermi il pigiama, si, perché non riuscivo a fare neanche quello. Diciamo che mi ha tirato fuori dalle coperte, mi ha piazzato davanti due stufe, e mi ha costretto ad allargare le braccia, perché io non volevo saperne di lasciare andare la mia tensione muscolare: tremavo.

Dopo circa mezzora di urla - le mie - e di risate - le sue, siamo riusciti (è riuscito) a mettermi il pigiama. Poi sono riuscita anche ad alzarmi dal divano per mangiare qualcosa, visto che dovevo prendermi il mio amatissimo actigrip

Dovete sapere che io come col cibo, ho i miei medicinali preferiti. Ci sono anche quelli che odio e ritengo inutili (tipo la VIVIN-C, quanto odio la VIVIN-C!). L'actigrip lo adoro, anche se non mi fa effetto subito, mi fa venire una sonnolenza meravigliosa, lo prenderei anche solo per dormire (non che ne abbia bisogno, vi ho già detto che venerdì sera mi sono addormentata alle 21,30 vedendo "lego il film"?). 

Quindi, dovendo prendere l'actigrip e avendo problemi di gastrite (non me ne faccio mancare una eh?) dovevo decisamente mangiare qualcosa, ma dato che, come già detto, ero inappetente, l'unica soluzione era la mia tazza di latte coi biscotti. E' un must, specialmente le domeniche d'inverno, specialmente quando non riesco a mangiare niente. Il latte riesco a berlo sempre, è sempre stato così. Se mi viene la nausea, bevo il latte, mi passa tutto. E' la mia salvezza. La mia ultima risorsa. 

E insomma, sono riuscita a prendere il latte, l'actigrip e a ficcarmi nel letto, sotto le coperte. Ho giusto fatto in tempo a dire al mio fidanzato "grazie", che già probabilmente ronfavo. E' stata una nottataccia, ma stamattina ero già a lavoro, perché, pur essendo a pezzi, oggi avevo un sacco di cose lasciate in sospeso e non potevo permettermi di assentarmi (o forse si, ma io non sono fatta così, e sarò fatta male). E forse, guardandomi adesso, seduta alla mia scrivania, con il naso chiuso e il mal di testa e di schiena, non riuscirò a passare lo straccio, ma a stare quattro ore sui mezzi pubblici e poi altre otto ore a lavoro, forse, e ribadisco, forse, non sono da meno. E - senza forse stavolta - è sicuramente in gran parte merito dell'amore del mio fidanzato.

martedì 9 gennaio 2018

Come sopravvivere al rientro a lavoro: consigli da (non) seguire.

Ci sono un sacco di post in vari blog che danno consigli sul come sopravvivere al rientro a lavoro. Fanno delle classifiche tali, che vorrei seriamente dare dei premi G.A.C. (cit. PropagandaLive su La7, fu Gazebo su Rai3. Per chi non sa di cosa parlo si tratta del premio "Grazie Al Cazzo") come se piovesse.



Per citarvene qualcuno, c'è chi da come consigli quello di "organizzarsi bene". Che mi viene da rispondere "scusa, non so chi tu sia, ma, davvero pensi che io mi organizzi male? Non è che siccome sono andata dieci giorni in ferie ho meno ansia addosso, anzi. Mi organizzo benissimo", come sempre, il problema è che non cambia un cazzo. Il problema è che se anche io esco in anticipo l'autobus passa un'ora in ritardo, che se aspetto il tram, questo per un guasto non parte o parte ma è LIMITATO A PORTA MAGGIORE (grande classico), "quindi, caro, no, scusami", ma questo consiglio non va bene.

Un altro consiglio è quello di "organizzare una bella festa in ufficio". Suggerisce che a volte ritrovare i colleghi può essere bello come una festa. Vorrei invitare il soggetto che scrive queste cose, a passare una giornata a lavoro da me. Sono sicura che vorrebbe fare la festa a tutti, ma non in senso buono. Quindi no, non è possibile, questa l'ha sicuramente buttata li a caso, tanto per fare numero. E sono certa che non sono l'unica a stare in un ambiente di lavoro tutt'altro che amorevole e familiare.

Il consiglio più bello comunque, per me, è "pranzare in modo leggero". Cioè, io durante le vacanze di Natale non ho smesso un secondo di mangiare, sono ingrassata superando - e di molto - i mesi di gravidanza di Chiara Ferragni in un giorno solo, e "tu, al rientro al lavoro, dove sono stanca, triste, e non ho più la mamma che mi cucina la pasta con gli "sparacelli", mi dici pure che devo mangiare leggero?" Ma io mi sfondo di cioccolata per non sentire il dolore, mi sfondo di Sushi per riprendermi dal dramma, mi mangio come minimo due pizze. Come minimo due etti di pasta alla carbonara. Non c'è fondo. 

L'unico consiglio che mi sento di seguire, è quello sull'articolo dell'AdnKronos (qui per leggere) che suggerisce di "progettare i prossimi viaggi". E' vero, è la prima cosa che ho pensato: proiettarmi di nuovo in vacanza. L'unico modo per sfuggire a questa realtà del ca...!





giovedì 4 gennaio 2018

Cosa fare a capodanno? non è questa la vera domanda...

Ogni dicembre, la domanda che assilla la maggior parte della gente è "cosa faccio a capodanno?". Molti hanno la risposta pronta, molti altri sono indecisi tra millemila inviti, molti fanno il classico cenone e poi via, a ballare (che solo Dio sa come vi viene voglia di andare a ballare, anzi, a sudare, in mezzo a gente ubriaca - quando va bene - dopo aver mangiato per cinque ore di fila senza sosta... Perchè, non ditemi che voi non mangiate cinque ore di fila senza sosta! Se non mangiate cinque ore di fila senza sosta allora non ha senso che festeggiate il capodanno... chi non mangia cinque ore di fila a capodanno? in quale civiltà?!).  C'è chi adora stare a casa, anche da solo. Io mi ritrovo in una via di mezzo e il mio capodanno è sempre stato piuttosto coerente negli anni. Non è che adesso festeggio in un modo e a vent'anni mi spaccavo ai veglioni o al concertone di capodanno in piazza. No. Sono sempre stata coerente, come vi dicevo. 

Io il capodanno l'ho sempre festeggiato in casa, al sicuro, possibilmente lontano dalle finestre, che non è solo a Napoli che sparano (vi farei conoscere il mio dirimpettaio a Palermo, che a capodanno si affacciava dalla finestra e sparava col fucile a canne mozze). Anche quest'anno è stato così, non lontani dalle finestre perchè tanto eravamo in un casale abbastanza isolato in aperta campagna laziale, ma comunque in tutta tranquillità con amici, parenti e chiunque avesse voglia di unirsi. La parola d'ordine è sempre stata per me "serenità". Quest'anno sono stata felice, ma di solito lo sono sempre durante le festività natalizie, ad eccezione dell'epifania, che tutte le feste si porta via (brutta e cattiva, non voglio tornare a lavorooooooo!!!). Lo sono stata anche l'anno scorso, a capodanno, che ero sola col mio fidanzato, per dire.




Ad ogni modo anche per me e per i miei amici, c'è una domanda ricorrente ed assillante, in previsione del capodanno, e la domanda è "quanto resisteremo questa volta?". 

Due anni fa, forse tre ormai, perchè perdo i conti, oltre che i colpi, abbiamo avuto due non reperibili alle 23:45. Non sono arrivati neanche a festeggiare la mezzanotte. Io sono caduta alle 00,15 e gli altri, eroi, hanno tirato fino alle 2,30 circa a forza di cazzate e playstation.
Quest'anno alle 22,00, avendo cominciato a mangiucchiare e bere alle 18,30, sembravamo una manica di disperati. Il tempo non passava più e ci chiedevamo disperatamente quando sarebbe arrivata la mezzanotte. La prima l'abbiamo persa alle 23,00, con la promessa che si sarebbe alzata per brindare. La sveglia che però aveva detto di essersi messa non ha suonato (mmmm...) e così l'abbiamo svegliata per brindare (perchè già me l'immaginavo incazzata e fumante alle 7,00 del mattino che chiedeva dove fossimo finiti tutti e perchè - bastardi - non avessimo brindato con lei alla mezzanotte (e perchè, tesò?).

Gli altri volevano resistere, ma al mio "bene, anche questo capodanno se lo semo levati da..." (altissima citazione), mi sono vista seguire da una mandria di gente. Io, che c'ho messo un quarto d'ora solo per cambiarmi e mettermi il pigiama, quando sono andata in cucina per prendere il bicchiere d'acqua che non manca mai sul mio comodino, ho trovato gente che ronfava. Ancora mi domando come abbiano fatto a coricarsi e ronfare, dato che quando io sono andata in bagno, loro erano ancora in pieni festeggiamenti.
Fatto sta che questo capodanno, neanche i soliti coriacei eroi hanno resistito, e circa all'1,00, chi più chi meno, dormivamo tutti

Ed ogni anno è sempre peggio: cosa accadrà, se saremo ancora vivi, il 31 dicembre del 2018?