Con la citazione di uno dei miei film preferiti (Mine Vaganti) vorrei cominciare questo post successivo al mio trentesimo compleanno.
Si, perchè, benchè ripeta a me stessa che ho trentanni da quando ne ho fatti 28, e quindi mi fossi un tantino abituata all'idea, adesso non dico più che ne ho quasi 30 e non dico neanche che ne ho quasi 31, il solo pensiero mi fa rabbrividire. Dico che ne ho 30, e penso che dirò che ne ho "circa" 30 fino alla fine dei miei giorni.
E arrivata ai miei trentanni dovrei tirare delle somme su di me. Si dice che il tempo fa crescere, idem le batoste, idem le avventure e le cose belle. Io non so se sono cresciuta, indubbiamente si, ma a me sembra che col tempo sono semplicemente peggiorata.
Dovessi fare un confronto con la mia fanciullezza, ero molto più carina, più intelligente e meno fiacca di ora. Adesso non mi iscriverei mai ad ingegneria, per esempio. Se ci ripenso mi chiedo come abbia potuto torturarmi così, ma forse non farei nemmeno il liceo classico, anche se di quello non mi pento. Temo che se non avessi fatto il liceo probabilmente ora sarei sotto un ponte a scrivere
"Io è te siamo un Quore solo"
e nè l'accento nè la Q mi farebbero rabbrividire, mi sentirei incredibilmente romantica.
E invece no, sono qui, seduta in un ufficio, con tutto il mio cinismo verso il mondo esterno. Divento sempre più intollerante, sempre meno socievole e sempre meno spigliata. Da piccola riuscivo a trovare la risposta pronta a qualsiasi situazione, e nonostante la timidezza mi abbia sempre caratterizzato, seppur in modo del tutto anomalo, riuscivo a parlare senza alcun problema, adesso invece mi impappino.
La verità è che fin da piccola mi sono trovata circondata da gente anziana, ed io amo la gente anziana, con la sua saggezza e le sue storie, ma ho sempre odiato i miei coetanei, li trovavo inadatti. Ero presuntuosa, forse lo sono ancora: ma adesso odio anche quelli più piccoli di me, e spesso anche quelli più grandi.