Parliamoci chiaro, quando mi hanno detto che dovevo affrontare l'intervento, benchè l'abbia presa con filosofia e ci scherzassi su, ero terrorizzata. Non tanto all'idea di finire sotto i ferri e venire aperta e gonfiata. Quando per il fatto che sarei stata completamente anestetizzata e quindi addormentata e incosciente. Il pensiero di addormentarmi e poi? Boh.
Ho cominciato a lasciare qui e la i miei voleri: al mio fidanzato ho chiesto di non rifarsi subito una vita e piangermi almeno un po', ho mangiato l'ultima cena anche se mi faceva schifo (era la mela cotta dell'ospedale) pensando che da morta avrei potuto pentirmene e che in fondo la mela è una cosa buona della vita. Ho abbracciato Giuseppino, il mio gatto, dicendogli di non preoccuparsi, perchè il mio fidanzato mi aveva promesso che lo avrebbe coccolato tanto al posto mio e cose così.
E anche se quando mi hanno fatto spogliare come un verme e messo quel "camice", che di camice non aveva niente perchè era una rete verde, tremavo come una foglia, quando ho percorso il corridoio sulla barella sorridevo e ho fatto anche il pollice in su ai miei che mi guardavano mentre mi portavano nel gelo della camera mor...volevo dire della sala operatoria.
Si, sono melodrammatica, lo sappiamo tutti, ma avevo paura veramente. Per questo mi sono stupita alla grande quando ho visto il volto dell'anestesista e, all'improvviso, mi sono sentita rassicurata. Era un ragazzo abbastanza giovane, con una voce gradevolissima, una sicurezza disarmante, non potevo non stare tranquilla. Ho perfino scherzato con l'infermiere che doveva mettermi la cannula in vena per la flebo e le varie medicine dicendo che lui, visto che aveva l'ago in mano, era quello che mi faceva più paura e che se non avesse beccato la vena al primo colpo lo avrei maledetto dopo la morte. E' stato bravissimo anche lui, perchè non solo l'ha beccata subito, ma non mi ha fatto neanche male e non mi ha lasciato neanche un livido.
Immediatamente dopo l'anestesista mi ha sedato. Mi ha chiesto "come ti senti, ti gira la testa?" si, mi girava, ma era gradevole, era come essere brilli, felici, all'improvviso tranquilli. Poi mi ha fatto un'anestesia locale all'addome per bloccare i dolori successivi all'intervento, poi mi ha sedato di nuovo. In pratica prima ancora di entrare in sala operatoria mi ero già appisolata. Però tremavo, tremavo di freddo, così quando mi hanno portato in sala operatoria mi hanno circondato di cuscini caldi, tanto caldi che stavo proprio nella pace dei sensi. Una pacchia.
Mi hanno poggiato il respiratore sul petto, mi hanno detto "inizia a respirare..." e niente. Mi sono svegliata con l'anestesista che mi dava schiaffetti. Quello che a me è sembrato un istante, sono state circa tre ore di intervento, di cui solo 40 minuti di vera e propria operazione, altri 30 di anestesia locale prima e altre due ore tra post operatorio e risveglio. Posso dire solo che è una cosa incontrollabile, e in qualche strano modo, piacevole. No, non voglio dire che lo rifarei, ma che invece di essere terrorizzata, li, sotto le mani di sconosciuti, nuda come un verme e in procinto di essere gonfiata e bucata, ero sicura, tranquilla, quasi beata.
Quindi voglio dirvi, si, bisogna essere fortunati a trovare medici bravi, e si, spesso non si è fortunati, ma in linea di massima i medici italiani sono persone grandiose e l'anestesia non è una cosa così brutta come si pensa.
Ps. nella foto sono appena uscita dalla sala operatoria. Diciamo che ero quasi lucida! Yuppi!