sabato 21 aprile 2018

Autisti fantastici e dove trovarli

Chi come me viaggia sui mezzi ogni giorno, e passa quindi gran parte della vita su autobus, tram o metropolitana che sia, sa che ci sono tante, tantissime categorie di autisti atac. Molti vanno anche a fasce orarie. Di mattina, sul presto, ne trovi un tipo, all'ora di pranzo solitamente ne trovi un altro tipo. Per non parlare del pomeriggio all'ora di punta del rientro o i notturni. I notturni sono proprio i più sfigati.

Ad ogni modo alcune categorie sono fantastiche, alcune veramente straordinarie. Oggi voglio elencarvene alcune, ma prima di iniziare, devo fare una menzione ad una categoria che esce fuori dai canoni consueti, collocandosi nell'eccezionalità: gli autisti invisibili

Gli autisti invisibili sono quelli delle metropolitane. Ne avete mai visto uno? Perché io no, e questo li rende anche pericolosi. Pericolosi perchè potrebbero fare di tutto, nella loro cabina di guida, pericolosi, perchè se si distraggono un attimo, la tragedia è vera (ed è già successo...). E sono anche quelli che dovrebbero avere maggiore ammirazione. Io sono 10 minuti in metropolitana e vorrei morire, pensate questi che stanno tutte le loro ore lavorative nel sottosuolo. Brrrr.

Comunque, andando per fasce orarie, come vi dicevo prima, la mattina presto ci sono di solito autisti che rientrano principalmente in due categorie, i dormienti e i dipendenti da caffeina

I dormienti sono quelli che evidentemente non si sono ancora ripresi del tutto dalla sveglia, vorrebbero trovarsi nel loro letto, e che per fare duecento metri, con la strada completamente libera, ci mettono circa 15 minuti. E' facile che con questi autisti, ci siano dei passeggeri ai quali - in ritardo (perchè si, c'è gente in ritardo anche alle 7,30 del mattino sui mezzi pubblici) - parta la brocca.

I dipendenti da caffeina invece sono quelli che già alle 7,00 hanno bevuto 4 caffè, sono ipersvegli, iperattivi, velocissimi, che da un lato è bene, dall'altro solitamente - se non ti reggi forte o non stai seduto - rischi di slogarti una spalla o cadere su qualcuno trecento volte. O spiaccicarti sul vetro davanti. 

Poi ci sono delle categorie universali, che si trovano a qualsiasi ora, ma alcune specificamente soprattutto nelle ore di punta. 

Sono gli autisti frettolosi: quelli che non t'aspettano manco se ti metti davanti l'autobus e ti fai investire. Loro ti passano sopra senza alcuna pietà. Una volta uno di questi si è fermato, ha aperto ad una signora che bussava sulla porta davanti. La signora alza il dito e fa "mi scusi, ma questo..." Lui non la fa neanche finire di parlare, risponde "Ma mi scusi, cosa?! Ma de che!" Chiude le porte e parte. Mentre camminava, lasciando la signora esterrefatta, e anche me, che guardavo la scena, continua "Se ora me devo fermà pure per quell'indecisi che me devono chiede le informazioni..." niente, ammutolita, di ghiaccio. 

Ci sono anche gli autisti silenziosi, muti, sempre, qualsiasi cosa tu chieda, dica o faccia, loro non esistono, si confondono col sedile, col volante, sono tutt'uno con la macchina e non si smuovono neanche per un secondo. Loro sono sempre meglio di quelli allegrotti, che fischiettano senza arrestarsi un attimo o stanno al telefono gridando i cavoli loro.

Infine, per non dire che si trovano solo autisti dell'atac che in qualche modo urtano il sistema nervoso, ci sono due categorie che apprezzo particolarmente: gli autisti amichevoli, e quelli novelli. I primi scherzano, si fermano anche fuori dalla fermata, ti soccorrono. Uno una volta mi difese contro un altro autista, che non rientra evidentemente in nessuna categoria che elencherò oggi, ma era semplicemente uno stronzo. Mi disse che gli autisti non sono tutti come quello e quello stava evidentemente "fori de capoccia". E si. 

I novelli invece sono adorabili: sono quelli che fanno quel percorso magari per la prima volta, sbagliano le fermate, chiedono scusa. A volte, addirittura, ti chiedono a te la strada. Mi fanno tenerezza, lo giuro.



giovedì 5 aprile 2018

ll Conte di Montecristo: come Gerard Depardieu ha rovinato Edmond Dantès

Ma non è colpa sua. Intendo di Depardieu. E' piuttosto colpa di quei geni che lo hanno scelto per interpretare in uno sceneggiato rai (che già detta così, ha proprio pochissima fiducia) una delle figure più complesse, enigmatiche e affascinanti della letteratura di tutti i tempi.

Vi parlerò di come Gerard Depardieu ha reso ridicolo Edmond Dantès e per farlo dovrò farvi dei piccoli spoiler. Se non avete letto il Conte di Montecristo e volete leggerlo (e io ve lo consiglio veramente, ma veramente tanto) allora non andate avanti. Se invece, come quasi tutti hanno fatto - me compresa - avete visto lo sceneggiato con Depardieu e Ornella Muti e pensate di saperne abbastanza, procedete a vostro rischio e pericolo, consapevoli che rischiate di perdervi un capolavoro e quindi il mio consiglio rimane quello di leggere comunque il libro, perchè è veramente un'altra storia.

Inizio col dire che Edmond Dantès ti entra dentro e ti cambia la vita. Ho finito il libro ieri e oggi mi sento terribilmente vuota. E' uno dei quei libri che non può non piacere, che ti entra nelle viscere e ti fa innamorare, non una, non due, ma tre volte dello stesso personaggio, all'inizio, a metà e alla fine. Perchè c'è una crescita, un cambiamento, una evoluzione unica nel suo genere. 

Vado per punti:

Edmond Dantès è un fico

E' alto, magro, magnetico, con la pelle diafana e gli occhi di ossidiana. E' un Dio sceso in terra.

All'inizio è un ragazzo e mi mettono nello sceneggiato la buon anima del figlio di Depardieu, che per carità, non è alto, mediterraneo e bruno, ma non è poi così malvagio. Ma poi, quando come tutti sappiamo diventa il Conte di Montecristo, perchè...dico, perchè me lo devi fare diventare Gerard Depardieu?


Edmond Dantès evade fingendosi un cadavere di un vecchio abate.

Dunque capirete benissimo da voi, che stando rinchiuso in una segreta, per 14 anni, non puoi di certo ingrassare. Per altro, se poi prendi il posto di un povero vecchio abate morto, non puoi pesare 180 kg. Ma io dico, ma come se la pensavano quelli di sto sceneggiato? E vabbè... andiamo avanti!

Il Conte di Montecristo è un uomo stravagante, e per compiere il suo destino, si traveste.

No, non da donna. Lo si capisce quasi subito, non è un grande spoiler. Dunque ditemi, come si traveste uno con la faccia, e soprattutto il naso di Depardieu? Cioè sembra già costantemente travestito, con quel naso!

"II Conte di Montecristo" non è un libro su una storia d'amore.

Tutti, si tutti, hanno creduto, vedendo lo sceneggiato, che il Conte di Montecristo fosse il racconto di una meravigliosa storia d'amore, di un amore che vince il tempo e la distanza. Che vince la cattiveria e il dolore. Non è così: non è assolutamente così! 
Parla di un uomo che ha assaporato il più atroce dei dolori e che sopravvive solo per potersi vendicare del male che gli era stato fatto. Parla della vita: gioie e dolori. Sofferenze, amore, vendetta, odio.
Lo sceneggiato finisce come tutti si aspettano, ovvero che Edmond e Mercedes (si, perchè è Mercedes la donna che sta alla causa della rovina di Edmond, e ricordate che c'è quasi sempre una donna a causa della rovina di un uomo) tornano insieme.

Il libro è un'altra storia, come vi dicevo all'inizio, ma il finale dovete godervelo, e se non avete ancora letto il libro vi consiglio solo di aspettare e sperare.
  
         

N.B. Si ringrazia la mia amica Ilaria, che mi ha consigliato questo libro, mi ha guidato nella lettura, mi fatto ridere, ispirando questo post. Come potrete leggere anche voi, dagli screenshot. Sono reali.