Sono tornata. Ebbene si. Credevate che fossi diventata buona, eh? Che avessi sviluppato un profondo senso di tolleranza avendo ogni giorno a che fare con miriadi di folli categorie umane tutte diverse tra loro? E invece no, manco per niente, proprio per nulla. Ho scritto molti post facendo un elenco di quello che non sopporto, a volte ho fatto anche delle classifiche, ma mai prima d'ora mi sono semplicemente soffermata sulle categorie umane. Questo post probabilmente darà fastidio a molti, ma come si dice? Bene o male purchè se ne parli. E quindi eccomi qui ad affrontare quest'ennesimo punto dolente. Sui mezzi pubblici ti trovi a che fare con tutte le categorie che per questioni di vita avevi deciso di evitare come la peste. E il caso vuole che spesso te le ritrovi accanto, proprio ad un centimetro e, volente o nolente, devi comunque condividere con loro una parte del tuo tempo. Come fare? Direi che, citando un famoso monologo del film "La 25° ora" di Spike Lee, basta mandarli mentalmente a quel paese, parlando con sè stessi. Mandando a quel paese anche noi stessi, se necessario.
E allora comincio: a quel paese quelli che indossano le all star con il risvoltino ai jeans anche se fuori fanno -10°C e i pinguini ti fanno ciao un pò come le caprette di Heidi. A quel paese gli ignoranti presuntuosi, e quelli senza personalità che sono come l'acqua, si adattano al loro contenitore: se vanno con gli intellettuali, diventano intellettuali, se vanno con i drogati, magari iniziano a drogarsi, se vanno con i napoletani iniziano ad ascoltare Gigi d'Alessio oppure vanno coi metallari e, non avendo mai sentito una canzone metallara, il giorno dopo hanno capelli lunghi e unghie smaltate di nero. E poi, obiettivamente, i metallari... a quel paese li manderei talmente tante volte che tutto il post non mi basterebbe. Io li detesto proprio, la vita me ne ha dato ampio motivo. Detesto quel loro voler a tutti i costi tenere capelli lunghissimi anche se hanno una stempiatura da fare invidia a Maurizio Crozza, detesto il fatto che si sentano fighi con un trucco addosso che farebbe paura al killer di Profondo Rosso (per chi non l'avesse visto, lo consiglio veramente).
Detesto la loro costante convinzione di essere maestri di musica, anche quando magari non hanno mai sentito un pezzo di Chopin e non distinguono Mozart da Beethoven. E come i metallari detesto i Rapper, detesto i loro pantaloni calati fino alle ginocchia e le mutande di fuori, detesto il cappellino sempre presente a schiacciare una massa informe di capelli, detesto "Yo - Ya - Sorella". "Io non sono tua sorella, per fortuna non sono neanche una tua lontana cugina, altrimenti sai le botte."
A quel paese gli hipster, con tutti quei vestiti firmati e la barba lunga sei metri. Che cavolo, non siete Christian Goran, non gli somigliate neanche lontanamente e fate veramente cagare.
A quel paese le ragazzine che a tredici anni si atteggiano come se ne avessero venticinque, vi vorrò vedere a venticinque, e divertirmi a vedervi rimpiangere gli anni più belli dell'adolescenza, persi per essere state troppo stupide e troppo, passatemi il termine, mignotte.
E allo stesso modo mando a quel paese quelle quarantenni, ma ancora peggio cinquantenni, che non si rassegnano all'età e continuano a comportarsi come se di anni ne avessero sedici e non avessero ancora scoperto che oltre alla passione iniziale c'è l'amore, e oltre all'amore l'affetto e la possibilità di una vita insieme.
A quel paese ci mando anche i nerd incalliti, non quelli che sanno di essere nerd e si divertono ma sanno comunque quando è troppo, io quelli li apprezzo, e molti miei amici sono così; io dico a quel paese quei nerd che piuttosto che una bella ragazza scelgono un bel gioco della playstation, che anzichè divertirsi, quando fanno i cosplay, sono seri, perchè travestirsi con carta e cartone è una cosa seria e guai a te se li critichi. Manderei a quel paese in mille modi possibili quei nerd che si sentono fighi e che, in un locale già nerd di suo, si alzano e cominciano a ballare musica celtica, convinti di saperlo fare bene, ma in realtà fanno solo fare una figura di merda a te, che magari per una cattiva sorte, sei li nel loro stesso tavolo. Potrei continuare ancora a lungo, ad elencare le categorie umane, ma la verità è che io odio le categorie per definizione stessa. Perchè odio quelli omologati, odio quelli che apprezzano una cosa solo perchè va di moda. Questi, tutti questi, li mando allegramente a quel paese, tutti insieme.
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