venerdì 1 settembre 2017

Metereopatica quanto basta...

Vi capitano mai quelle giornate che iniziano storte e vanno a peggiorare? Quelle mattine che sono piene di segnali che ti suggeriscono che non sarà una bella giornata? Ecco, oggi per me è stata una di quelle mattine, ed anche se è ancora presto per dire che sarà una giornata orribile, la mattinata è già stata quasi sufficiente per farmi disprezzare il mondo.


Devo fare una piccola premessa: ci sono delle cose che io la mattina, quando mi sveglio, devo fare imprescindibilmente prima di uscire. Due di queste sono vegetare cinque minuti, forse anche dieci, riflettendo con lo sguardo nel vuoto sull'origine dell'universo ed il senso della vita e l'altra è assolutamente, necessariamente mangiare. Se io non mangio la mattina non riesco a connettere neppure due neuroni, e non credo di averne molti di più ultimamente, quindi è importante che Gigino e Gigetto si sveglino se non voglio morire investita da un tram. Ma stamattina mi sono svegliata come se qualcuno mi avesse derubato casa durante la notte, spaesata, confusa, mi mancava qualcosa, non riuscivo a capire cosa. Altra piccola nota: mi sono svegliata un'ora prima della sveglia, e sono stata disperatamente a rigirarmi nel letto pregando di richiudere gli occhi anche solo per cinque minuti, cosa che è successa, ovviamente solo cinque minuti prima della sveglia. Mi sono alzata con il caldo infernale, perchè anzichè piovere a dovere, ha piovuto neanche cinque minuti verso l'alba e poi ha smesso creando una cappa tremenda e impedendo alla gente - ME - di vestirsi decentemente.

Quindi mentre mi vestivo sudavo, non vedevo l'ora di uscire di casa e così ho fatto, sono uscita prima del solito, imbruttita e nervosa. Due passi dopo la porta mi sono resa conto che avevo dimenticato l'ombrello e ovviamente ricominciava a piovigginare. Quattro passi dopo la porta di casa mi sono resa conto, cosa più importante, che non avevo fatto colazione. Mi sono guardata, ero ancora inspiegabilmente in piedi. La cosa ancora più assurda era che non sentivo nemmeno fame tanto ero nervosa. Ovviamente ho perso il primo tram, mi sono seduta sotto la pensilina per proteggermi dalla pioggia e accanto a me c'era una signora di non ben definita natura che piangeva a singhiozzi. Mi giro verso di lei, quasi intenerita e lei vedendomi un pò preoccupata, giustamente, mi sputa accanto al piede. 

Non so dire se ho provato più schifo o più senso di smarrimento. Credo di non aver realmente capito li per li quello che la signora aveva fatto con così tanta nochalance. Subito dopo mi sono detta "lo vedi a farti intenerire? Lo vedi cosa succede?" e la risposta è stata che l'odio verso la gente è la più giusta delle soluzioni. Salgo quindi sull'autobus, ovviamente niente posto, ovviamente tanta gente, troppa. 

Ed ovviamente il mio umore peggiorava, poi ad un certo punto però l'ho vista. Capelli biondi, boccoli da angelo e due sopracciglia così lunghe che neanche la salerno reggio calabria ha curve peggiori e tratti così scoscesi. So che potreste non credermi, per questo ho fatto una foto che però devo censurare, per ovvi motivi, quindi accontentatevi della sfocatura, tanto è sufficiente per capire la situazione drammatica.


Ecco, la signora mi ha risollevato la giornata, mi sono sentita subito meglio e mi si è riaperto perfino l'appetito, tanto che, per concludere con una citazione (per la quale ringrazio la mia amica Ilaria) "Asuncion, portame 'na pera che me se scioje er mantecato de mamma"



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