lunedì 6 novembre 2017

La fobia dell'aereo...

Per una che prende i mezzi pubblici ogni giorno, probabilmente l'aereo dovrebbe essere un mezzo anche piacevole, soprattutto se lo si prende di rado. Ma ciò non avviene per me. Dovete sapere, perchè una premessa in questo caso è d'obbligo, che io, prima di iniziare le mie fantastiche avventure fisse a Roma, vivevo fantastiche avventure da pendolare. Sono nata, vissuta e cresciuta a Palermo. E mai avrei potuto pensare che per cinque anni della mia vita, dai 23 ai 28 (a fine del 2014 mi sono trasferita a Roma) avrei preso l'aereo in media una volta al mese. E invece così è stato, e solitamente ogni volta che prendevo l'aereo succedeva qualcosa, un ritardo, una cancellazione, una tormenta di neve, lo sciopero... in tutti questi anni, con tutti gli aerei persi e le ore passate ad aspettare in aeroporto, ho sviluppato una vera e propria avversione verso questo mezzo di trasporto, tant'è vero che tranne estremi casi, ovvero quando devo arrivare in poco tempo in Sicilia, e l'aereo resta comunque il mezzo più economico e rapido, lo evito come la peste. D'estate per esempio tendo a viaggiare in auto, o in nave, avendo più tempo. 

Ho sviluppato, più che un'avversione, una tremenda fobia. Quando salgo sull'aereo io inizio a fare mille segni della croce, a pregare, e al decollo tengo puntualmente gli occhi chiusi. Non posso guardare fuori dal finestrino, se non so che stiamo atterrando e quindi vedo già il terreno che mi fa pensare "dai, adesso è proprio difficile che sbaglia qualcosa e si muoia", ma per tutto il resto del volo io ho l'impressione di poter morire da un momento all'altro.

Domenica ho dovuto prendere un aereo per venire a Palermo, è stata una cosa abbastanza urgente e quindi non ho potuto evitarlo. Per altro, domani dovrò tornare e quindi ne prenderò un altro (due aerei in due giorni sono la cosa più atroce del mondo). Considerando che avevo deciso che questo inverno, proprio per la mia fobia, non avrei preso alcun aereo, era ovvio che dovesse capitare qualcosa che invece mi costringesse a farlo, e non solo: non avendo piovuto da aprile, era ovvio che il giorno in cui io avrei dovuto prendere l'aereo si sarebbe scatenato il più grosso nubifragio della storia, che "Catrina, spostati, non fai paura a nessuno".


E quindi voli cancellati, attacchi di panico ovunque, ritardi di due, tre ore, gente che urlava, chiedeva il rimborso, piangeva e io in mezzo, che pregavo perchè avevo il volo alle 17,30 e speravo di arrivare entro le 19,30. Ci fanno imbarcare miracolosamente alle 18,00. Quindi con già mezzora di ritardo rispetto all'orario del volo, ma nel panico generale, pensavo mi fosse andata bene, se non che ovviamente, appena esulto un momento, arriva Dio a ricordarmi che non me lo posso permettere, perchè non ho fatto la brava bambina questa settimana... probabilmente ho augurato troppo spesso la morte a due o tre persone. Comunque salgo sull'aereo, mi prendo il posto, avverto mio padre che doveva disgraziatamente venire a prendermi alle 18,30, e inizio a pregare: ho pregato per un'altra ora e mezza seduta su quell'aereo, perchè erano le 19,25 quando ha decollato e io ormai facevo venire giù le madonne, oltre alla pioggia e alla grandine, perchè ovviamente, mentre a Roma il mal tempo passava, ero certa che qui a Palermo stesse arrivando, e la differenza sostanziale è che se a Roma c'è mal tempo l'aereo atterra lo stesso, qui invece no. 

Per fortuna è atterrato perchè non pioveva ancora, anzi, faceva un bel caldo. Ho pensato "com'è bello, sembra primavera" con ben 7 gradi di differenza rispetto a Roma. E ovviamente stanotte si è scatenato il diluvio anche qui, facendo scendere la temperatura di circa sei gradi... io non mi smentisco mai!

Domani dovrò tornare a Roma, l'aereo dovrebbe decollare alle 17,00 e le previsioni dicono che ovviamente inizierà a piovere per le 16,00. Sappiate che vi ho voluto bene, se non dovessi farcela.

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