Molti pensano che prendere i mezzi pubblici sia una cosa normale, anche più sicura che andare in macchina, ma chi come me ogni giorno si ritrova nella giungla metropolitana, sa che sono innumerevoli le insidie che gli si presentano innanzi. Ho deciso quindi di stilare una classifica (una delle mie adorate classifiche) su i modi in cui, da quasi quattro anni a questa parte, ho rischiato di perdere la vita (io e chi era con me) più spesso, prendendo i mezzi pubblici di Roma, tralasciando ormai il consueto "allarme bomba" e "rischio attentato" che è diventato routine.
1) Un grande classico, non poteva che stare al primo posto: morire investita. Ma anche in questo caso ci sono diverse sottocategorie:
- investita da un autobus (che passa senza fermarsi o che parte senza che ti abbia visto supplicare in ginocchio davanti alla porta ormai chiusa);
- investita da un tram (che sfreccia a velocità sulle rotaie mentre tu le attraversi nel tentativo disperato di prendere la corsa anche se sei in ritardo);
- investita da una macchina (mentre ti butti in strada correndo disperatamente nel tentativo di raggiungere la fermata, prima che l'autobus riparta).
2) Morte per botta e trauma cranico. Va chiarito che le cadute possono avvenire per tanti motivi, ma principalmente il motivo della caduta è uno: corri per prendere l'autobus o il tram che tipicamente chiude le porte quando ti vede, inciampi e fai qualche passo in aria prima di precipitare nel vuoto (questa è la specialità di una mia amica, con cui condivido la sfiga dei mezzi pubblici). E' ancora viva, per inciso, ma non sappiamo come.
3) Morte per asfissia. Anche questo è un grande classico, un ever green, un old but gold e chi più ne ha più ne metta. Ma va precisato che il periodo più frequente per questa morte, non è - come spesso si pensa - l'estate, ma l'inverno. Quando all'esterno ci sono cinque gradi e ti copri come se stessi andando in Lapponia a portare a mano la lettera a Babbo Natale, e poi entri - quando va bene - sulla metro, dove il tuo è un minuscolo spazio vitale in cui in teoria non entrerebbe neanche ant-man, a circa diecimila gradi. Ma tu ci entri, fai amicizia, perchè a quella vicinanza con gli altri non ti restano molte alternative. O fai amicizia, o prendi a morsi la gente. E siccome la seconda mi fa molto schifo, mi limito a sorridere e chiedere scusa. E soprattutto, a sudare. Sudi, ti fai una sauna, dimagrisci dieci kg, giubbotto, maglione, canottiera e pelle diventano un unico indivisibile strato, così quando finisce quella sfrenata corsa, dopo diecimila crisi isteriche e tentativi di spaccare un vetro e fuggire, se sei ancora viva, arrivi al tipo di morte n. 4...
4) Morte per congestione. Perchè, come dicevo, arrivi che sei tutta sudata, che stai dentro un bagno turco a diecimila gradi, che la tua pelle non è più semplicemente pelle, e quando scendi fuori, ci sono gli adorabili 5°C della partenza, che allora ti sembravano insopportabili, mentre adesso li accogli come un norvegese che va in Sicilia a Novembre. Giubotto aperto, sciarpa tolta, mento alto per fare entrare bene gli spifferi, e ti ritrovi in poco meno di 10 minuti, senza voce, col mal di pancia, probabilmente il cagotto e se tutto va bene, un febbrone da cavallo che i 40°C sono per principianti.
5) Morte per decapitazione, amputazione, etc. Questa credo sia una di quelle morti che almeno una, due volte, abbiano rischiato tutti quelli che si muovono usando i mezzi pubblici. Soprattutto quando i mezzi sono pieni, che lo spazio vitale, non è affatto vitale. E' un loculo dove ci entrano si e no le ceneri. Resta sempre fuori un braccio, una gamba, la testa. Oppure si corre e si prende il mezzo mentre le porte si stanno chiudendo. Quest'ultima cosa, in particolare, non la faccio più da quando è successo il tragico incidente nella metro alla signora Natalya Garcovic (qui per leggere la notizia), che però dimostra che ho ragione e che questa è una delle cause di morte sui mezzi pubblici (la signora per fortuna non è morta, ma è viva per miracolo ed è stata gravemente ferita, con fratture multiple che l'hanno portata sulla sedia a rotelle. N.d.a.).
6) Dulcis in fundo: omicidio. Il modo più certo per morire sui mezzi pubblici, è essere ucciso da qualcun altro. Ultimamente l'odio verso chiunque, verso chi spinge, verso chi sale prima, verso chi scende piano o si mette davanti alla porta pur non dovendo scendere non facendo salire sull'autobus anche se dietro l'autobus è vuoto, sta dilagando e contagiando il mondo. Personalmente credo che prima o poi ucciderò quelli che mi alitano addosso, o quelli che mi spingono senza neanche chiedere permesso, o, ancora di più non si spostano quando sono io a chiedere permesso, quindi sappiate che, se non sarò io a morire, sicuramente finirò in prigione.
E ricordate che se avete rischiato la vita in altri modi che non sono questi, potete farmelo sapere e io avrò cura di ampliare la classifica (ma mi auguro per voi che non sia così).
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