Io sono una che soffre del blocco dello scrittore. Mi capita così: mi succedono miliardi di cose, spesso anche brutte su cui ironizzare, ma niente, c'è il vuoto, non c'è tempo, c'è altro, e non scrivo, non ci riesco, mi sforzo, ma non viene fuori un pensiero da mettere su carta. Il blocco, quando mi viene, mi dura dai 3 ai 5 mesi, e quando passa tornano a fiorire le idee, ma ne sbocciano proprio tante, sarà anche perchè le cose assurde non smettono mai di capitarmi, come quella di ieri.
Prima di raccontarvela però devo farvi una premessa. Io sono una persona priva di equilibrio. Si, oltre all'equilibrio mentale che ho perso già da qualche anno, sono una che un equilibrio fisico non ce l'ha mai avuto. Lo sa bene mia madre che mi trovata distesa a terra per gli angoli più disparati di casa senza alcun motivo, o si trovava a reggermi mentre perdevo l'equilibrio per strada, trovandomi a scapicollare giù per un dirupo. Una volta mi stava spazzolando ed io, mentre ero ferma appoggiata al lavandino, sono caduta e mia madre si è ritrovata a spazzolare l'aria mentre io stavo distesa a terra sotto il lavabo.
Il punto è che se per caso perdo l'equilibrio, non riesco a fermarmi, inizio a cadere e rotolo, rotolo, rotolo, finchè non c'è qualcosa che mi ferma o finchè non sono completamente distrutta e distesa a terra. E questo è quello che mi è successo ieri.
Questo fatto, di cadere come una tartaruga senza potermi riprende, è difficile da capire. Il mio fidanzato stesso mi ha detto che la gente, vedendomi cadere, non pensa che stia realmente cadendo, perchè sembra sempre che ce la possa fare, o che comunque la perdita di equilibrio non sia grave, finchè non mi vede distesa completamente al suolo, due volte su tre, a gambe all'aria.
Come vi ho anticipato, ieri, uscendo da lavoro, mi trovavo ferma sul marciapiede a guardare l'arrivo dell'autobus da lontano. Si, perchè ogni avvenimento della mia vita gira attorno ai mezzi pubblici, è una condanna!
Ad ogni modo eravamo in mezzo alla strada, io e la mia collega, dunque per andarlo a prendere dovevamo fare un pezzo all'indietro. Scendo dal marciapiede e "STOCK" mi si rompe un tacco. Solo che io non l'ho capito. A dir la verità, non ho capito assolutamente niente: mi sono ritrovata a cadere. Dapprima pensavo di potermi sedere sul marciapiede, ma quando ho visto che il suolo si avvicinava, era troppo tardi. Un attimo dopo ho trovato la mia spalla aderente al marciapiede, le gambe in aria, e per fortuna non c'era nessuno, il cellulare sull'asfalto ed il piede con il dito aperto. In tutto ciò la mia amica, sempre la stessa, continuava a chiamarmi, pensando che il solo suono della sua voce bastasse ad arrestare la caduta. Perchè, giustamente, lei stessa non capiva perchè stessi cadendo così, a rallentatore, senza potermi fermare. Quando ero al suolo e ho visto che l'autobus si avvicinava poi mi è preso il panico, non sono riuscita a rimettere il tacco, sapientemente recuperato dalla mia collega e le ho detto "vai almeno tu, io non ce la farò".
Si, lo ammetto, sono un po' tragica. Ma anche comica. Lei infatti mi ha guardato come dire "ma che ca... dici? Ce la fai a metterti in piedi almeno?" Si, ce la facevo. L'ho fatto e sono perfino riuscita a salire sul bus, mentre mi dissanguavo dal piede, rischiando ottantamila infezioni. Una ragazza, carina, mi ha dato un cerotto, mi è dispiaciuto constatare che il cerotto non sia servito ad una mazzafionda. Sanguinavo troppo, tanto che ho pensato che mi fosse partito mezzo dito, ma vabbè... andiamo avanti, perchè io, con un fazzoletto avvolto attorno al dito (medio, ovviamente, il povero spilungo) e senza tacco, zoppicante per la differenza d'altezza, sono andata da un autobus all'altro, aspettando venti minuti e sudando, fino ad arrivare alle 20,00 a casa. In pratica dopo un'ora e mezza dall'accaduto.
Il mio fidanzato quando mi ha visto ha detto che solo io posso ridurmi in quello stato, però mi ha dolcemente pulito e ad un certo punto ha detto "qui ti è saltato tutto, dobbiamo tagliare..." - CHE COSA? - ho pensato per un istante che mi si dovesse amputare un dito (si, sono tragica, ricordate?) e invece no: solo la pelle e parte dell'unghia... che non è comunque piacevole!
Grazie a Dio, era solo un dito... dai su, che volete che sia un dito? Però poi quando finalmente mi sono messa a letto ieri sera, mi sentivo indolenzita, e - SORPRESA - stamattina mi sono alzata con un livido che va dall'anca alla caviglia, e vabbè. Dai. C'è sempre di peggio.
Però mobbasta.