Avete notato che ultimamente è sempre la giornata mondiale di qualcosa? prima non si festeggiava nulla, ora si festeggia tutto, la felicità, il sonno, la poesia. Magari oggi è la giornata mondiale dei cugini, auguri a mio cugino.
Detto ciò l'altra mattina - appunto la mattina della giornata mondiale della poesia - salgo sul tram e, non avendo ancora gli occhi bene aperti, non potevo leggere le meravigliose poesie condivise sui maggiori social network. Mi limitavo ad ammirare la poesia che mi circondava, captando la meraviglia del mondo metropolitano. All'improvviso poi l'ho sentito, il mio eroe, colui che mi avrebbe risvoltato la giornata, dandomi un breve momento di felicità, d'estasi.
La sua poesia, recitata al telefono, diceva così:
"A frocio ndo stai?"
"Li mortacci tua"
"Vabbè scialla"
"Bella, Simò, bella."
E niente, non c'è niente da aggiungere, perchè è stupenda già così. Ovviamente non ho potuto fare a meno di condividerla con voi, di registrarla per i posteri. Vorrei tanto conoscere il suo nome, ma nulla, resterà solo un anonimo romano.
Ma come vi dicevo questo non è tutto, perchè stamattina salgo sul mio consueto mezzo pubblico, trovando miracolosamente posto, e dietro di me c'era una signorina, avrà avuto quindici anni, che era chiaro avesse già capito tutto della vita. Io alla sua età non avevo capito veramente niente, ero anche un pò sfigatella, ma lei ha il mondo ai suoi piedi.
Parlava con la sua amica, quella bruttina (non so se lo sapete ma di solito a quell'età vanno insieme a due a due, una bruttina e una bellina, difficilmente due brutte e due belle. Ecco, io ovviamente facevo eccezione anche in questo, perchè io e la mia migliore amica eravamo contemporaneamente cessi e siamo diventati contemporaneamente fighe).
Ovviamente le raccontava di tutti i ragazzi che le fanno il filo, di come li prende e li lascia, di come li cambia come se fossero mutande - a quindici anni - quando io stavo sotto un treno per un ragazzetto e quello è rimasto per circa 3 anni, forse qualcuno di più ed ovviamente venivo mollata, maltrattata e ripresa come la solita sfigata di turno.
Ad un certo punto eccola, nel culmine della poesia. Non potevo non restare colpita e soprattutto dispiacermi per la nuova generazione di uomini.
"Non è che non mi piace, è che si accolla.
Cioè, lui visualizza e mi risponde.Capito?
Vabbè si ci sta, ma se visualizza deve rispondere per forza.
Magari mi fa anche domande pur di rispondere."
Sono rimasta li, a riflettere a lungo su quanto avevo appena sentito. Pensavo: avrò capito male. E invece subito dopo ha aggiunto "si ma tanto la scorsa estate l'ho mollato e mi sono messa con l'altro". E no, non m'ero sbagliata, avevo sentito benissimo. Avevo sentito le parole di una vera stronza. Ed è così a quindici anni, chissà come sarà a 20.
Comunque, adoro queste perle che mi regalano i mezzi pubblici, come farei senza!
Nessun commento:
Posta un commento