Quando arriva giugno si è automaticamente autorizzati ad uscire di casa senza giacchetta, ad usare le scarpe aperte e a farsi la coda anche la sera, sollevando i capelli. Solitamente l'umore migliora, si sta meglio, anche con sè stessi, c'è più luce e quindi sembra che le giornate durino di più, si ha più voglia di uscire, di vedere gente, di sorri...no.
Scusate, io ci ho provato, anche con me funzionava, almeno fino a qualche anno fa. Quando, più o meno, giugno corrispondeva con la fine della scuola e quindi con mare e vacanze e riposo. Oggi invece il caldo corrisponde a puzze indicibili sui mezzi pubblici, orripilanti piedi che si presentano vicino e a volte ti sfiorano, allo stesso tempo i tuoi piedi che vengono martoriati, saune gratuite e mancanza di respiro.
No, perdonatemi, ma l'estate non è più felicità, ma è un dramma, per chi come me, dopo il ponte del 2 giugno, lavora ininterrottamente fino ad agosto.
La mattina, quando non c'è nessuno e ancora si respira, sui mezzi c'è l'aria condizionata sparata a mille, mentre il pomeriggio quando torni esausta, distrutta dal lavoro e dal caldo, non solo non c'è l'aria condizionata, ma ci sono milioni di persone ammassate e i finestrini non si aprono nemmeno.
Di seguito un elenco di piccoli accorgimenti:
- vestirsi molto leggeri, ma porare sempre una giacchetta e/o un foulard per proteggere il collo dall'aria condizionata troppo forte.
- tenere i piedi protetti e quindi rivolgere le spalle, per evitare che vengano selvaggiamente pestati
- mettersi vicino alle porte - nel caso non si è riusciti a sedersi, così da respirare ogni volta che si aprono.
- se c'è qualcuno più alto di voi, cercate di non mettervi accanto a questi, rischiate di ritrovarvi a respirare sotto la sua ascella.
- se sentite che una persona odora vagamente di soffritto, cercate di non posizionarvi di fronte ad essa, se non volete respirare aglio per il resto della traversata.
- Pregate.
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