lunedì 22 giugno 2015

Lo strano caso di Gior Gina.


Chi non ha visto o comunque non sa di cosa parli "lo strano caso di Benjamin Button"? Beh, per chi fosse tra quelli che non lo ha mai neanche sentito nominare, faccio un breve sunto: Benjamin Button è un bambino che nasce vecchio e anziché invecchiare ringiovanisce e muore neonato.
Ora nella vita solitamente si nasce piccoli, ed ingenui, con la meraviglia per il mondo; crescendo, nell'adolescenza si sviluppa una certa timidezza, si comprende l'imbarazzo; superata l'adolescenza, le esperienze di vita dovrebbero riportarti ad uno stato quasi dell'infanzia, nel senso che bisognerebbe essere talmente sicuri di sé, da saper rispondere ed affrontare ogni situazione senza imbarazzo e con la freschezza di un bambino, che è sfrontato perché curioso e privo di malizia.
In realtà, a me è successo esattamente il contrario. Sono nata timida, non so dire se fossi chiusa, perché non ho questo ricordo di me, ma so anche che non avevo molti amici e che, anzi, tendevo a non averne, tranne le solite due amichette che ti porti dietro da sempre. Quando sono fiorita, passando dalla bambina alla ragazza, e sono entrata nella mia adolescenza, forse presa dall'entusiasmo di non essere più del tutto sola, sono diventata incredibilmente socievole e sfrontata. Avevo spesso e volentieri la risposta pronta e difficilmente mi facevo inibire da qualcosa. Avevo tantissimi amici, grandi comitive (e tutte sempre finivano male, ma questa è un'altra storia). Ma il punto è che, si presume, essendo così in adolescenza, si diventi ancora più sicuri di sé e sfrontati da adulti. Io invece no. Avrò avuto qualche esperienza traumatica che non riesco ad identificare, perché crescendo sono diventata timida, al punto che, in situazioni di imbarazzo o di ansia, mi mancano le parole e quasi balbetto.
Mi capitava i primi tempi, nel nuovo lavoro, quando dovevo stare al telefono con perfetti sconosciuti e presentarmi a nome dell'associazione. Mi capita sempre quando incontro qualcuno di "importante" o che comunque ha bisogno di aver spiegato qualcosa da me. Divento scema. Non c'è altra parola per descrivere il mio stato mentale in quei momenti. Così come mi sento scema quando mi capitano cose spiacevoli, quando qualcuno mi offende e resto li, a guardare, a gridare magari cose senza senso, che non sortiscono il minimo effetto. Vorrei dirgliene quattro con la mia sagacia...ma quale sagacia? Sono, come si suol dire, "a scoppio ritardato". Li per li resto come un'allocca e poi, quando ci rimugino su, perché ci rimugino, uh se ci rimugino, mi vengono fuori delle risposte spettacolari. Mi mangio le mani, poi, perché mi vengono risposte e reazioni bellissime, da film, perfette, ma li per li non mi vengono mai. Allora penso: "ora me la scrivo, così se mi ricapita..." ma quando mai? anche se me la scrivessi, poi nel momento del bisogno, figurarsi se vado a ripensare a quello che ho scritto nel taccuino delle risposte pronte. Al massimo, in quel momento vado a pescare le frasi del taccuino delle risposte sbagliate, quelle le ricordo a memoria, sono bravissima.
 
 

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