Ebbene si, anche per me è arrivato l'ultimo giorno di lavoro (fino a settembre almeno, incrociando le dita) e quindi anche per me, ieri, c'è stata l'ultima avventura sui mezzi pubblici. Un'avventura faticosa, visto che mi sono ritrovata inaspettatamente a dover trasportare un personal computer a mano, senza neanche una bustina. E per altro, subito dopo averlo usato, e quindi con una temperatura intorno ai 40° C. E non che fuori ce ne fossero meno. Insomma, ho cominciato a sudare ancora prima di uscire dall'ufficio con aria condizionata, solo per il pensiero di ciò che mi aspettasse.
Ovviamente, visto che era l'ultimo giorno, il bus non passava, e non passava, e non passava, e non è passato per circa 45 minuti, durante i quali credo di aver perso qualcosa come due, tre kg di liquidi.
Mi sudavano pure le ciglia. Comunque salgo finalmente su questo cavolo di Autobus, giustamente pieno come non mai. Mi seggo e solo dopo mi ricordo che l'abbonamento mi è scaduto, così avrei dovuto fare il biglietto. Mi rialzo, sempre con borsa strapiena e computer in mano, che, su un autobus in movimento e strade orribilmente asfaltate con alternanza di sanpietrini, non è proprio il massimo, vado a fare il biglietto. Chi mi stava per fregare il tanto agognato posto capisce e per fortuna mi lascia risedere e così inizia la mia lunghissima tratta, fino alla stazione Trastevere dove il bus fa capolinea. Scendo pensando che per l'ultimo tratto (1 km circa) mi sarei presa un taxi. Ero distrutta, esaurita e veramente con pochissima autonomia (e non parlo della batteria del cellulare, ma di quella del mio cervello). Così scendo dall'autobus, che si ferma decisamente lontano dagli unici due taxi che avevo visto, ci penso un attimo su e mi dico che è davvero stupido prendere un taxi per 4 fermate di autobus, che era uno spreco di soldi visto che avevo già timbrato il biglietto. Così vado all'ennesima fermata, aspetto l'ennesimo autobus, che finalmente arriva, e salgo su. Autobus strapieno, io sempre con quel cavolo di computer da portare a mano e difficoltà immani nel tenermi. Vedo un posto, ma sento un urlo. Una signora che si sposta di corsa. Mi giro e vedo un anziano, sicuramente con qualche problema, e la faccia di colore fucsia, che aggredisce un altro anziano, con altrettanti problemi, che non riesce nemmeno a rispondergli e tenta di evitarlo, andandosi a sedere. Il primo, da adesso "il tipo aggressivo", gli va addosso, sollevandosi in un calcio che neppure il più grande maestro di taekwondo del mondo sarebbe stato capace di dare. Gli altri fermano il tipo aggressivo, tirandolo giù, mentre il tipo remissivo cercava di alzarsi e scappare. Quando l'altro scende, l'altro, il tipo remissivo, quello aggressivo borbotta. Tutti pensavamo che sarebbe finita li, e invece il tipo aggressivo decide che non gli era bastata. Scende dall'autobus ed insegue il tipo remissivo iniziando a portare altri due tre cazzotti. Si immischiano gli uomini della fermata e, giustamente, interviene l'autista che si prende un bel cazzotto anche lui. Sembra si riesca a sedare la rissa, l'autista sale, io salgo, la gente si sistema, i due restano giù. Partiamo e in lontananza vedo il tipo aggressivo che insegue ancora quello remissivo. Ragazzi, ci mancava solo che mi prendessi un cazzotto pure io per finire la traversata di DUE ORE nel traffico di Roma per tornare a casa. Ma alla fine, con un computer in mano e tantissimo sudore addosso, ce l'ho fatta, sono arrivata e SONO IN VACANZA.