In questi giorni in cui il caldo è arrivato a livelli da infarto, prendere i mezzi pubblici è ogni volta un terno al lotto, e soprattutto, mette ansia. Mi capita di tornare tardi perchè in alcuni mezzi non riesco proprio a salire, a volte sono pienissimi e a volte manca l'aria condizionata, a volte sono pienissimi e manca l'aria condizionata insieme e quindi si muore.
E quindi ansia, tanta ansia che a volte si trasforma in panico. L'ansia di sentire troppa puzza di sudore, ma ancora di più, la paura di toccare qualcuno sudato, di prendersi qualche malattia. E dire, ragazzi, che io non sono per nulla ipocondriaca, sono una di quelle che è cresciuta sbucciandosi le ginocchia e mangiando con le mani sporche e non sono mai morta. Di anticorpi ne dovrei avere abbastanza per sopravvivere, ma certe cose mi suscitano veramente paura. Ad esempio: i pidocchi. I pidocchi, forse perchè non li ho mai avuti, mi mettono proprio paura. Al pensiero di poterli prendere tremo, ed è per questo che con il caldo, i mezzi pubblici dove spessissimo si vedono barboni, ma anche persone che pur avendo una doccia a casa hanno difficoltà ad usarla, diventano un luogo del terrore. Terrore che aumenta quando capitano scene come quelle che capitano a me, perchè io le sciagure le attiro come il miele attira gli orsi.
E quindi vi racconto quest'ultima, ma faccio prima una piccola premessa: chi mi legge sa che soffro di una gravissima forma di misofonia. Mi da perfino fastidio il respiro pesante di chi mi sta accanto, tanto che a volte sono mossa dall'istinto di chiedere di smettere di respirare a quella determinata persona. Mi fermo perchè mi rendo conto che potrebbero anche denunciarmi per istigazione al suicidio. Ad ogni modo soffro terribilmente, da vecchia probabilmente diventerò una di quelle signore scassacazzi che al minimo rumore si mettono ad urlare e si lamentano di tutto. Per adesso mi limito a soffrire e lanciare occhiatacce, ma è anche vero che la gente sembra farmelo apposta.
Così, qualche giorno fa, mi trovavo sull'autobus che prendo per tornare a casa, era l'ultimo tratto ed avevo miracolosamente trovato un posto a sedere; l'autobus aveva l'aria condizionata ed io, che ero ormai per più di metà sciolta, l'ho preso come un segno divino. Tuttavia non poteva mancare il rovescio della medaglia. La prima volta mi sento toccare i capelli. Mi tiro in avanti mi giro e vedo una mano allontanarsi; "Bene" mi dico.
Dopo qualche minuto sento masticare; è un rumore che riesce a farmi perdere proprio il senno. Questo rumore ad un certo punto aumenta, tanto che me lo sento quasi addosso e sono costretta a girarmi. Non l'avessi mai fatto! Mi ritrovo una vecchia (credo che fosse femmina, ma non ne sono sicura), dalla pelle unta e bisunta, senza denti, che rideva e masticava la sua stessa saliva, praticamente coricata sul mio sedile. Mi guarda e ride. Lo confesso e forse un pò me ne vergogno, mi è salito il classico brivido di paura che viene quando vedi un maniaco che ti fissa, o un cane che ti ringhia addosso. Mi sono spostata, ma non mi sono tranquillizzata finchè non sono scesa dall'autobus.
A casa mi sono fatta una doccia di quelle che rischi di strapparti la pelle per quanto strofini, e il mio pensiero fisso era: mi avrà immischiato i pidocchi.
No, per fortuna non ho i pidocchi, ma sicuramente voleva mettermi paura per fregarsi il sedile davanti e coricarsi un pò, e c'è riuscita.
Nessun commento:
Posta un commento