giovedì 23 marzo 2017

Giornata Mondiale della Poesia

Avevo iniziato a scrivere questo post due giorni fa, per la giornata mondiale della poesia, appunto. Ma poi come al solito tra una cosa e l'altra non ho avuto tempo ed il pensiero è rimasto a metà. Ma sapete quando si dice che ogni cosa accade per un motivo? Ecco, il motivo per cui non ho completato questo post è perchè non mi era bastato evidentemente quello che ho sentito la mattina della giornata mondiale della poesia.

Avete notato che ultimamente è sempre la giornata mondiale di qualcosa? prima non si festeggiava nulla, ora si festeggia tutto, la felicità, il sonno, la poesia. Magari oggi è la giornata mondiale dei cugini, auguri a mio cugino.

Detto ciò l'altra mattina - appunto la mattina della giornata mondiale della poesia - salgo sul tram e, non avendo ancora gli occhi bene aperti, non potevo leggere le meravigliose poesie condivise sui maggiori social network. Mi limitavo ad ammirare la poesia che mi circondava, captando la meraviglia del mondo metropolitano. All'improvviso poi l'ho sentito, il mio eroe, colui che mi avrebbe risvoltato la giornata, dandomi un breve momento di felicità, d'estasi. 

La sua poesia, recitata al telefono, diceva così:


"A frocio ndo stai?"  
"Li mortacci tua" 
"Vabbè scialla" 
"Bella, Simò, bella."

E niente, non c'è niente da aggiungere, perchè è stupenda già così. Ovviamente non ho potuto fare a meno di condividerla con voi, di registrarla per i posteri. Vorrei tanto conoscere il suo nome, ma nulla, resterà solo un anonimo romano. 

Ma come vi dicevo questo non è tutto, perchè stamattina salgo sul mio consueto mezzo pubblico, trovando miracolosamente posto, e dietro di me c'era una signorina, avrà avuto quindici anni, che era chiaro avesse già capito tutto della vita. Io alla sua età non avevo capito veramente niente, ero anche un pò sfigatella, ma lei ha il mondo ai suoi piedi.
Parlava con la sua amica, quella bruttina (non so se lo sapete ma di solito a quell'età vanno insieme a due a due, una bruttina e una bellina, difficilmente due brutte e due belle. Ecco, io ovviamente facevo eccezione anche in questo, perchè io e la mia migliore amica eravamo contemporaneamente cessi e siamo diventati contemporaneamente fighe). 
Ovviamente le raccontava di tutti i ragazzi che le fanno il filo, di come li prende e li lascia, di come li cambia come se fossero mutande - a quindici anni - quando io stavo sotto un treno per un ragazzetto e quello è rimasto per circa 3 anni, forse qualcuno di più ed ovviamente venivo mollata, maltrattata e ripresa come la solita sfigata di turno.

Ad un certo punto eccola, nel culmine della poesia. Non potevo non restare colpita e soprattutto dispiacermi per la nuova generazione di uomini.


"Non è che non mi piace, è che si accolla. 
Cioè, lui visualizza e mi risponde.Capito?  
Vabbè si ci sta, ma se visualizza deve rispondere per forza. 
Magari mi fa anche domande pur di rispondere."

Sono rimasta li, a riflettere a lungo su quanto avevo appena sentito. Pensavo: avrò capito male. E invece subito dopo ha aggiunto "si ma tanto la scorsa estate l'ho mollato e mi sono messa con l'altro". E no, non m'ero sbagliata, avevo sentito benissimo. Avevo sentito le parole di una vera stronza. Ed è così a quindici anni, chissà come sarà a 20. 

Comunque, adoro queste perle che mi regalano i mezzi pubblici, come farei senza!





venerdì 10 marzo 2017

Se Dante avesse preso i mezzi pubblici a Roma...

Se Dante avesse vissuto l'anno 2017 e fosse stato romano, probabilmente la Divina Commedia avrebbe avuto solo l'inferno e i gironi sarebbero stati del tutto diversi da quelli scritti da lui. 
Di seguito la mia versione dell'inferno dantesco, suddiviso nei gironi infernali.

La Divina Commedia Romana


Nel mezzo del cammin di nostra vita

mi ritrovai per una linea oscura
ché la diritta metro era smarrita. 
Ahi quanto a dir qual era è cosa dura

esta linea selvaggia e puzzolente e sporca
che nel pensier rinova la paura! 
Tant'è amara che poco è più morte;

ma per trattar di ciò ch'i' vi trovai,
dirò de l'altre cose ch'i' v'ho scorte. 
Io non so ben ridir com'i' v'intrai,

tant'era pien di sonno a quel punto
che la verace auto abbandonai.
1° Cerchio: limbo.

Ecco qui è dove mi trovo io, tra il troppo sonno e il terrore che mi rubino qualcosa, tra la stanchezza e la paura di ritovarmi ad una fermata sconosciuta dalla quale non saper più come tornare a casa.  Nel limbo si trovano le persone normali, senza una definita collocazione, che non sanno perchè sono finite in questo inferno fatto di linee tranviarie e metropolitane, di mezzi pubblici a ruote o filobus, di trenini che poi treni è un parolone chiamarli. 

2° Cerchio: lussuriosi.

In questo girone, il disgraziato Dante, che poi sarei io, senza voler peccare di presunzione (ma già che siamo all'inferno, perchè no?) si imbatte in quelli che si baciano di continuo, si lasciano andare in tremende effusioni, che fossero silenziose potrebbero portare fastidio solo agli occhi di chi guarda desiderando il medesimo amore, invece sono rumorosi, invadenti, fastidiosi, e portano danno e spaccamento del sistema nervoso anche a chi non ha problemi nella vita di coppia.

3° Cerchio: golosi.

L'avrete capito senza necessità che v'illustri chi sono i membri di questo cerchio. Coloro che mangiano, masticano, ma soprattutto lo fanno vicino le nostre orecchie e al loro passaggio lasciano una coltre di sporcizia tale che sembra fitta e densa nebbia, non si riesce più a vedere oltre.

4° Cerchio: avari e prosperi.

A chi non è mai capitato di incontrarli. Non sono particolarmente rumorosi, fastidiosi o eccentrici, ma senza dubbio urtano la sensibilità di questo pover'uomo che prende i mezzi pubblici per mera necessità. Sono coloro che salgono sulla metro con un rolex d'oro da 26,000 €, ignorando completamente il rischio che qualcuno glielo rubi: a loro che frega d'altronde? Hanno altre 26,000 € pronte da buttare. Le scarpe di prada nuove di pacca, la borsa di Louis Vouitton che se te la graffiano sono 10 anni di carcere, più o meno gli stessi anni che ha il bambino nero che l'ha cucita, la collana di zaffiri dello Zar di Russia, i gioielli della regina, e potrei continuare, ma credo che il concetto sia sufficientemente chiaro.

5° Cerchio: iracondi e accidiosi.

Uno opposto dell'altro, ma accomunati dalla loro inutilità e dalla fatidica domanda: chi è peggio, l'idiota o chi gli va dietro? e io dunque oggi vi chiedo: chi è peggio chi compie una violenza o chi, pur potendola fermare, resta zitto a guardare? In questo girone ci stanno tutti i violenti dei mezzi pubblici e sono tanti, eh. A partire dallo stronzo che ti strattona per rubarti la collanina, al pezzo di merda che ti spinge per fregarti il posto, per concludere con quelli che a violenza vanno giù gratis e picchiano gli indifesi, insultano le persone disabili, o anziane. E credetemi io ne ho viste, e sono pure dovuta scappare per non prendere calci a caso. Dante probabilmente non avrebbe usato certi termini, ma per definire gli accidiosi, quelli che magari vedono un furto, sentono un insulto e restano zitti, in silenzio, non per paura, ma magari semplicemente per totale indifferenza alla sofferenza altrui, di certo non avrebbe potuto dare punizione migliore: Dante li sommerge, privandoli di aria e parole ed è così che li vorrei vedere io, soffocati dalla loro apatia.

Mi fermo qui, limitandomi a quelli che Dante chiama "peccatori incontinenti", senza oltrepassare lo Stige che già attraversare Roma è abbastanza pericoloso.





giovedì 9 marzo 2017

Il blocco dell'artista...

Potrebbe sembrare che questi passati sono stati mesi vuoti, privi di ogni sorta d'emozione o di fatti interessanti, invece è esattamente l'opposto. Ogni giorno mentre mi muovevo sui miei amati mezzi pubblici mi dicevo "ecco questo dovrei andarlo a scrivere", e invece arrivavo qui, sul foglio bianco, quelle rare volte che riuscivo a ritagliarmi un attimo di tempo e niente: scrivevo, cancellavo, riscrivevo, eliminavo e chiudevo. Non mi piaceva nulla di ciò che le mie mani buttavano fuori dalla mia testa, nulla di ciò che trasformavo in parole. Ho avuto quelli che molti chiamano il blocco dell'artista, e no, non voglio essere presuntuosa, so bene di non essere un artista, ma nel mio piccolo, scrivere era comunque una forma d'arte e divertimento. Mi trovavo bene a condividere con coloro i quali si trovavano a leggere i miei pensieri, tutto ciò che mi accadeva.

Volendo oggi porre fine a questo benedetto blocco, devo comunque fare un piccolo riassunto, e un grande salto indietro. Era fine agosto quando vi ho scritto e sono passati esattamente 6 mesi e 10 giorni. Forse qualche ora in più o in meno. Ero tornata dalle vacanze - delle splendide vacanze - ed ero nella fase depressiva come i signori della costa crociere. Comunque mi sono rimessa a lavoro e con un pò di fatica sono riuscita a rientrare nella mia quotidiana routine. Ogni mattina sveglia alle 7,00 e tram alle 8,00. Una novità c'è, una delle tante, a dir la verità, e questa è abbastanza stupida: adesso per andare a lavoro prendo un solo tram. Si, mi devo alzare mezzora prima e tendenzialmente uscire di casa come un razzo, ma volete mettere la rilassatezza? Arrivo a capolinea che è a due fermate di tram da casa mia, mi seggo, mi apro un libro ed un'ora e 15 minuti dopo sono sotto il mio ufficio. Serena, rilassata, senza l'ansia della metropolitana o del tram che non so quando arriva. Perchè, a parte straordinari casi di inadeguatezza, non ci sono cazzi che tengano, il mio tram alle 8,00 parte e se non parte alle 8,00 alle 8,10 ne segue un altro che mi fa comunque arrivare - pelo, pelo - in orario.

E' ricominciato il periodo del venerdì sciopero, dei pazzi che urlano sui mezzi, e sono andata avanti così fino a natale, quando mi sono ritrovata a passare il pranzo del 25 da sola col mio fidanzato a casa sul divano mentre i miei parenti  in sicilia si sfondavano di cassate e cannoli. Ora, li per li mi è presa una depressione che solo chi è siciliano e passa il periodo che va dal 7 di dicembre al 6 gennaio a mangiare e a ingozzarsi di Bioketasi mi potrà capire, ma poi sono successe tante cose - brutte - che mi hanno fatto ringraziare Dio di essere rimasti a Roma, perchè io non me lo sarei mai potuto perdonare, ma il mio fidanzato penso che non avrebbe mai potuto perdonarmi per una cosa del genere. E' stato il nostro ultimo natale con una delle persone più care che avessimo. Per lui soprattutto perchè era la sua amata nonna. E vorrei provare a spiegarvi il rapporto che c'era tra loro, ma neanche con tutte le parole del mondo ci riuscirei. 

Non volevo parlare di questo, non volevo intristire voi e soprattutto me, ma era giusto farne menzione per spiegarvi perchè anche con le vacanze di Natale, con gennaio e l'arrivo dell'anno nuovo, il blocco dell'artista non è passato, perchè ci sono tanti pensieri, tante cose che appesantiscono l'animo e trovare un momento anche solo per sfogarsi, come sto facendo adesso, non è stato affatto facile.

Vorrei raccontarvi tante cose, ma solo un post non basta e quindi adesso che lo sblocco è arrivato, spero di ricominciare puntualmente e quotidianamente ad aggiornarvi. 

E dunque, a presto.