martedì 30 agosto 2016

Il fantastico rientro...

Oggi è il mio primo giorno di lavoro dopo le tanto agognate vacanze estive. E quest'anno devo dire che me le sono godute a pieno. Ho visto la mia famiglia, ma sono stata anche in vacanza con il mio lui e ho rivisto vecchi amici. 



 Mentre viaggio su questo tram (che almeno mi hanno messo il 3 diretto dalla stazione trastevere al mio ufficio, praticamente), mentre guardo la signora con le scarpe spaiate, mentre sento il puzzo del tizio ubriaco alle 10,00 di mattina, il sudore dell'ascella commossa del signore seduto due posti dopo il mio, mentre osservo le ragazzine che ancora vanno a mare, mentre sopporto il tizio che tira su col naso e la tizia che mastica la chewingum con le labbra aperte, scoppiando palloncini invisibili... mi ricordo perchè avevo tanto desiderato le fantastiche ferie estive, che non vivevo così pienamente da qualche anno. 
La mia amata Carloforte, isola di San Pietro a sud di Cagliari è stata la meta prescelta per queste vacanze, dopo un salto di quattro giorni nella madre patria: Palermo.





 A Carloforte non ci sono semafori, non ci sono mezzi pubblici, tranne una corriera che dal paese ti porta alle spiagge, ma che non si prende se vai in macchina. A Carloforte non c'è traffico, non c'è gente che urla, non c'è gente che ti guarda male, c'è una calma disumana. C'è ed è sacrosanta l'ora del riposo: a Carloforte dalle 14,00 alle 17,00 non vola una mosca, al massimo si sentono le urla dei bambini sulla spiaggia, ma anche li ti consoli: l'acqua è talmente fresca e trasparente che è capace di farti dimenticare ogni cosa, e ci sono scogliere sul mare dove i bambini non arrivano di certo e tu ti puoi abbandonare alla bellezza del mare che si infrange sugli scogli, è quello l'unico rumore, e sfido a trovare qualcuno a cui questo rumore dia fastidio. 



Ecco, pensando ed immergendomi nei ricordi di quest'estate, ho dimenticato per un istante di essere seduta su un tram, di odiare tutto ciò che mi circonda e che mi circonderà fino alle prossime vacanze, che prego arrivino presto, con il tanto adorato Natale.


Buon rientro a tutti.

lunedì 1 agosto 2016

Sono una ragazza ANSIA & SAPONE!

Sono mesi che riesco a scrivere sempre meno, l'ultimo mio post infatti risale al mio trentesimo compleanno ed è stato quasi d'obbligo. Non che non abbia cose da dire, comunque, semplicemente mi ritrovo ad avere poco tempo per me, poco tempo in cui, come adesso, posso scacciare dalla mente le ANSIE... 
No va beh, scherzavo. Io non posso scacciare da me le ansie praticamente mai, io vivo d'ansia. Pensate che l'altra volta ho ripetuto la parola ansia in una stessa frase per tre volte e alla domanda successiva del mio fidanzato ho risposto "no, mai, che ansia". Subito dopo sono scoppiata a ridere perchè mi sono resa conto da solo di quanto fosse assurdo.
Ma è vero: io ho l'ansia. Ci convivo e ci vivrò per sempre e sicuramente andrò a peggiorare e quindi ecco la classifica delle dieci cose che mi danno più ansia (non in ordine di importanza o di livello d'ansia che mi trasmettono, ovviamente).
1) Il buio, io odio il buio, ho paura, lo detesto, quindi devo addormentarmi con almeno un filo di luce, e se c'è qualche rumore in sottofondo che mi indica che c'è qualcuno sveglio che mi protegge è anche meglio.
2) Le strade vecchie delle città. Sapete quelle strade strette strette che i balconi di fronte quasi si toccano gli uni con gli altri? Li dove è tutto grigio e di pietra fredda, i tetti alti, gli androni con l'eco. Quelle strade mi mettono tremendamente ansia.
3) La campagna, specie quella silenziosa e abbandonata, io in campagna o in montagna (è uguale) non potrei viverci mai.
4) Mi da l'ansia essere in ritardo, sempre, qualsiasi sia l'appuntamento e allo stesso tempo mi da ansia chi mi mette fretta nel prepararmi. Se mi si da un orario io riesco a calcolarmi perfettamente, ma poi non mi si deve mettere fretta. Se l'orario cambia in corso d'opera non è colpa mia.
5) Mi da ansia, sempre, terribilmente partire e fare le valigie, soprattutto se parto con l'aereo...e io parto sempre con l'aereo, quindi ho sempre l'ansia. Ansia di arrivare tardi, ansia che mi imbarchino la valigia, ansia che il volo venga spostato o addirittura cancellato (forse perchè mi è successo più di una volta e ormai c'ho il trauma). ANSIA ANSIA ANSIA.
6) Mi da ansia stare da sola, non riuscirei mai a vivere da sola, quindi prego di riuscire ad avere almeno due figli (tra circa anni imprecisati) e mi facciano tanti nipoti che mi amino immensamente. 
7) Mi danno l'ansia quelli che sui mezzi (potevo non citarli visto che oramai sono talmente imparanoiata che dico bus quando voglio dire panino!?) ti vedono salire, e ti vedono che sei bloccata davanti alla porta, schiacciata come una sardina, che a stento respiri eppure vengono comunque li a chiederti "Scusi, scende?!" Ecco, su questi mi concederò una piccola parentesi e deviazione di tema: ma è mai possibile che io mi "scafazzo" contro la panza sudata di un tizio, rischiando il colera e altre 568879 malattie infettive, solo per una cazzo di fermata? No dico, ma quale deficiente lo farebbe?! Io no, e sicuramente mai nella vita. Vorrei tanto rispondere: NO, NON SCENDO, SONO APPENA SALITA E TU NON PUOI PASSAREEEEE. Magari faccio pure una folgore in pieno stile Gandalf e dico agli altri dietro di me "FUGGITE SCIOCCHI!" Che ansia!
8) Mi da ansia mia madre, ma non perchè faccia qualcosa. Io amo mia madre, ma se ho l'ansia, è perchè lei ha l'ansia. E dunque quando ho l'ansia sentire lei è come uno con il diabete che si mangia una cassa intera di zollette di zucchero. "Mamma ho un pò di mal di testa" - "Ah, e te la sei fatta la visita? il medico che ti ha detto? te la sei presa la buscofen? ma è forte? Prenditi l'ANTIBIOTICO che ti passa tutto."
Anche su mia madre devo fare una parentesi. Avete presente il film "il mio grosso, grasso, matrimonio greco"? Dove il padre di lei cura tutto col vetrix? Ecco, mia madre cura tutto con l'antibiotico. "Mamma ho un pò di influenza" - "prenditi l'antibiotico". Che poi io di medicine, meno ne prendo e meglio è visto che soffro di gastrite cronica (chissà come mai eh?).
9) Mi danno ansia i bambini. Io tendenzialmente non piaccio ai bambini, e io di loro ho un pò di paura perchè non so mai come prenderli e come rapportarmici. Probabilmente con il tempo, con figli miei, questo cambierà, ma al momento quando devo avere a che fare con bambini, mi viene l'ansia.
10) Le case vecchie mi danno l'ansia. Avete presente quelle case in perfetto stile anni 50, ma non di classe, che hanno quell'odore di cose antiche, ma non un odore buono, quasi un odore di muffa, difficile da sopportare, coi muri tutti bianchi, la cucina coi fuochi vecchia di mille anni, gli sportelli rovinati, mai cambiati, e le stanze da letto con il letto in ferro battuto e i lumini sui comodini o quei tremendi armadi con gli specchi sul legno antico e lucido. Vorrei morire, quando entro in case così. 
LASCIATEMI STARE, HO L'ANSIA.

giovedì 16 giugno 2016

Non si guarisce, anzi, si peggiora. (Cit)

Con la citazione di uno dei miei film preferiti (Mine Vaganti) vorrei cominciare questo post successivo al mio trentesimo compleanno. 

Si, perchè, benchè ripeta a me stessa che ho trentanni da quando ne ho fatti 28, e quindi mi fossi un tantino abituata all'idea, adesso non dico più che ne ho quasi 30 e non dico neanche che ne ho quasi 31, il solo pensiero mi fa rabbrividire. Dico che ne ho 30, e penso che dirò che ne ho "circa" 30 fino alla fine dei miei giorni. 

E arrivata ai miei trentanni dovrei tirare delle somme su di me. Si dice che il tempo fa crescere, idem le batoste, idem le avventure e le cose belle. Io non so se sono cresciuta, indubbiamente si, ma a me sembra che col tempo sono semplicemente peggiorata. 
Dovessi fare un confronto con la mia fanciullezza, ero molto più carina, più intelligente e meno fiacca di ora. Adesso non mi iscriverei mai ad ingegneria, per esempio. Se ci ripenso mi chiedo come abbia potuto torturarmi così, ma forse non farei nemmeno il liceo classico, anche se di quello non mi pento. Temo che se non avessi fatto il liceo probabilmente ora sarei sotto un ponte a scrivere 
"Io è te siamo un Quore solo"

e nè l'accento nè la Q mi farebbero rabbrividire, mi sentirei incredibilmente romantica. 
E invece no, sono qui, seduta in un ufficio, con tutto il mio cinismo verso il mondo esterno. Divento sempre più intollerante, sempre meno socievole e sempre meno spigliata. Da piccola riuscivo a trovare la risposta pronta a qualsiasi situazione, e nonostante la timidezza mi abbia sempre caratterizzato, seppur in modo del tutto anomalo, riuscivo a parlare senza alcun problema, adesso invece mi impappino. 

La verità è che fin da piccola mi sono trovata circondata da gente anziana, ed io amo la gente anziana, con la sua saggezza e le sue storie, ma ho sempre odiato i miei coetanei, li trovavo inadatti. Ero presuntuosa, forse lo sono ancora: ma adesso odio anche quelli più piccoli di me, e spesso anche quelli più grandi.

mercoledì 25 maggio 2016

Io sono una paranoica: penso che il mondo intero ce l'abbia con me. Ecco perchè mi state tutti sul cazzo. (cit)

In quest'ultimo periodo mi è mancata l'ispirazione. Non sono riuscita a scrivere, non riuscivo a concentrarmi e ad avere un attimo per me. Le idee c'erano, erano tante, e anche ora ci sono ma forse perchè detesto il mondo, non riuscivo a scrivere un post che avesse filo logico. Così mi sono ricordata della mia adorata rubrica: "quello che non sopporto", e ho ritenuto fosse giunto il momento di scrivere un nuovo articolo, perchè le cose che odio non finiscono mai, aumentano, io peggioro e la gente intorno a me non fa nulla per farmi cambiare idea, anzi.



Odio la gente che deve sempre sottolineare che fa le cose meglio di te, soprattutto quando non è vero. Odio quelli che dopo aver soffiato il fumo della sigaretta, continuano a soffiare come se avessero dentro i polmoni lo scarico di una nave. Odio la gente che ti fissa: che cazzo guardi?
Odio quelli che devono per forza parlare di un argomento, anche se tu quell'argomento vuoi evitarlo. Allora magari ci girano intorno e quando tu abbassi la guardia, eccoli la a dirti tutto quello che pensano.
Odio la gente che non riesce ad aprire i propri orizzonti e resta confinata nelle proprie convinzioni.
Odio gli spoiler, odio tantissimo gli spoiler. Soprattutto odio gli spoiler che riguardano "Il Trono di Spade". Odio soprattutto quegli spoileratori che ti spoilerano facendo finta di non spoilerare. Ti mandano immagini equivoche oppure partono con la domanda che ti fa capire tutto. Ecco, per quelli credo proprio che ci debba essere un posto tutto speciale all'inferno. 
Detesto quelli che complicano le cose semplici, giusto per dare un pò di sale alla vita: la vita a volte è già troppo pepata, mangiare un pò sciapo fa bene, eccheca!


mercoledì 6 aprile 2016

Quando ti avvicini agli ...enta.

Sono mesi che non scrivo, a tratti ho perfino pensato di aver perso l'ispirazione. C'è anche da dire che sono stati mesi duri, per diversi motivi che non voglio dire, sia per non piangere, sia per non fare piangere nessuno di voi. Vorrei mantenere una certa leggerezza, che nella vita non è sempre facile avere. 

E quindi parliamo del fatto che ho scoperto due giorni fa che mi è scaduta la patente. Voi direte "cavolo, hai guidato senza patente?" e la risposta è ASSOLUTAMENTE NO. Ormai, a Roma, con una macchina senza servosterzo e i mezzi pubblici, non guido più. E forse è un bene. Il vero trauma è rendersi conto che sono passati 10 anni da quel giorno, che sono ufficialmente entrata nell'era della maturità, che devo cominciare a fare i conti coi doveri. Come per esempio la dichiarazione dei redditi. Ho un reddito, cavolo, ho le spese mediche, il cinque per mille che vorrei tanto tenermi per me visto quanto è misero il mio stipendio. Ma vabbè, ci devo fare comunque i conti.

Il caf.
La motorizzazione.
Aspettate un attimo, dove si fa il rinnovo della patente?
Io sono ancora piccolaaaa, io queste cose non le soooo. 

Mi vengono gli attacchi di panico. Ripenso a quando andavo all'università e a quando l'unica preoccupazione era seguire le lezioni, perchè a tutto il resto ci pensava mio fratello. Si, ero viziata anche da questo punto di vita e per questo l'anno della mia laurea è stato traumatico. Ero abituata a fare una sola fila alla segreteria studenti all'anno, all'atto della consegna dell'iscrizione. Quell'anno ne ho dovute fare mille, e non solo in segreteria, tutto perchè mio fratello aveva già trovato lavoro all'estero e mi aveva lasciata qui in balia della mia inadeguatezza. Mi sono fatta forza, e ho scoperto che nonostante tutto, me la so cavare. Ovviamente mi è peggiorata in modo ineguagliabile la gastrite. Ma a chi non viene qualche malattia quando si laurea? Ah si, mi è anche venuto l'ascesso e ho dovuto asportare una mola del giudizio in anticipo per avere una faccia normale e riuscire a parlare, ma alla fine tutto è andato per il meglio.

E ritornando ad oggi, la vera sfida sarà il 14 giugno, quando entrerò negli ENTA... al solo pensiero mi viene da piangere. Ma penso che ce la posso fare. Che alla fine, gallina vecchia fa buon brodo.



venerdì 26 febbraio 2016

Io e la mia gastrite.

Si dice che la gastrite sia la malattia delle persone buone. Se è così allora io sono veramente buonissima, dato che ogni mese mi viene e mi viene anche forte. Sono stata a lungo senza scrivere e non perché mi mancassero le fonti di ispirazione ma perché non ho avuto seriamente il tempo materiale. Vi starete chiedendo che lavoro faccio, starete pensando che sono executive (che oggi fa tanto fico) di chissà quale multinazionale, e invece no: faccio la segretaria per un sindacato. Non mi lamento affatto benché mi sia fatta quasi venire l'ulcera per laurearmi in ingegneria. Perché si, è allora che ho cominciato ad ammalarmi. È stato quando ho dovuto fare lo stesso fottuto esame tante volte che mi vergogno perfino a dire quante, che ho iniziato a cambiare, che ho iniziato a perdere quella sicurezza che a tratti mi faceva diventare sbruffona. Sono regredita, sono diventata timida, quasi insicura e non solo nell'ambito dello studio ma anche nel rapportarmi con le persone. Ma la mia frustrazione l'ho sfogata su me stessa, e questo evidentemente è quello che fanno le persone buone, che non vogliono problemi con gli altri. Non fraintendetemi, non trovo affatto che sia un complimento! Mi piacerebbe molto di più essere un po stronza che contorcermi dai dolori ogni due mesi non appena succede qualcosa che mi manda sotto stress. 
 
Pensavo che con l'Università se ne sarebbero andate anche la gastrite, la cistite e tutte le malattie psicosomatiche di cui soffro (sì perché solo la gastrite sarebbe anche bello!) e invece prima ho trovato un lavoro a Termini Imerese (a circa 100km di Palermo) in un capannone coi topi e poi mi sono trasferita a Roma. Nel periodo in cui sono rimasta disoccupata stavo alla grande: niente dermatite (si, c'ho anche quella), niente gastrite (ho persino smesso di prendere il pantoprazolo, il mio migliore amico) niente cistiti, ero proprio un fiore. Ma una persona non può vivere senza lavorare, o meglio può se è figlia di Rockfeller, ed io non lo sono di certo. E quindi, per fortuna, ho trovato un nuovo lavoro. Come accennavo prima, faccio la segretaria. Qualcuno di voi penserà "ma quale stress può avere una segretaria?". Vi faccio presente che era quello che pensavo anche io ed era anche uno dei motivi per cui ero felicissima di fare questo lavoro (il che può sembrare assurdo se una persona ha studiato una vita - come me - per laurearsi in ingegneria delle telecomunicazioni). Comunque ero positiva. Lo sono stata fino a quando non mi sono trovata qui. Anche la cosa più semplice diventa un tantino complessa se lo si fa con fretta ed ansia. Ed io con l'ansia sono una cosa sola.
Ed insomma: mi sono ammalata di nuovo e penso che sarà così per tutta la vita. La gastrite ormai è una parte di me e forse in fondo devo riconoscere il fatto che nel mio piccolo sono una persona buona.
 
 

giovedì 21 gennaio 2016

Bambini...bambini ovunque. Ho Timore.

Il mio ragazzo mi dice sempre che ha paura che non sarò una buona madre, semplicemente perché detesto i bambini. Non lo so, secondo voi non esagera un tantino? Secondo me ... no.
E' vero, al momento non sarei pronta ad avere figli, perché mi sento ancora troppo figlia io, ho bisogni da figlia e atteggiamenti da figlia, e non ho per niente voglia di abbandonarli per diventare madre. Sono sicura che un giorno, almeno è ciò che spero, ci sarà questo richiamo ormonale che mi spingerà a riprodurmi, ma anche quando ciò avvenisse, dubito seriamente che riuscirei a diventare più tollerante verso i bambini (ad unica eccezione del mio).
E questo atteggiamento di fastidio, purtroppo, non riesco a celarlo. Se i bambini parlano, mi danno fastidio, se si muovono mi danno fastidio, se urlano o piangono, mi danno fastidio. In pratica li sopporto solo quando dormono fasciati dal momento in cui escono dall'ospedale a quando si svegliano per la prima poppata.
 
Questo mio essere contrariata dalla presenza di infanti, si traduce, per gli amanti della lite sul web (e a questo punto devo necessariamente citare zerocalcare http://www.zerocalcare.it/2014/09/08/i-litigi-su-internet/) in un focolaio di vipere, attirate dall'odore della donna senza figli, che si appostano aspettando un suo commento, pronte ad attaccarla. (N.B. Sono le stesse che allattano il figlio al seno fino a 5 anni dicendo che finchè il figlio prende il latte è giusto darglielo, ma soprattutto che escono la tetta in qualsiasi contesto si trovino perché è la cosa più naturale del mondo).
Qualche giorno fa è uscito un articolo che annunciava che un ristorante di Roma, per questioni di spazio e a causa di spiacevoli episodi avvenuti all'interno del suo locale, aveva apposto un cartello davanti all'ingresso dove c'era scritto che all'interno del locale NON ERA GRADITA la presenza di bambini MINORI DI CINQUE ANNI. (http://larep.it/1U9yydL).
Io l'ho condiviso, taggando per altro l'autrice di Nonpuòesserevero, la mia amica Gilda, con la quale condivido questa avversione (come potrete leggere dal suo ultimo post): non l'avessi mai fatto.
Mi sono sentita dire che sono piena di cattivi sentimenti. Che sono una donna anomala, e che i bambini sono la gioia del mondo, che dovrebbero essere ovunque e circondarci sempre. Perfino che dico cretinaggini. E quando, al mio far notare che lei (la ragazza che mi scriveva) è una mamma e con le sue offese non dava il buon esempio al figlio, mi ha risposto che sono tanto aggressiva da farle passare la voglia di rispondere. Io invece, una risposta per lei e per quelle come lei che non capiscono come una donna possa non sentirsi pronta ad avere un figlio all'età di quasi trent'anni, ce l'ho.
Quando ogni mattina ti svegli alle 7,15 e fai fatica pure a preparare il latte per te, e in 45 minuti devi essere fuori di casa e a volte ci riesci a mala pena; quando, fuori di casa, con un occhio aperto e l'altro ancora chiuso, aspetti l'autobus (o il tram alla fermata) e accanto a te ti ritrovi ragazzini che urlano, strepitano si tirano pezzetti di carta, che poi uno ti finisce addosso per forza; quando sali sul tram e non riesci neanche a respirare perché c'è un cumulo di scolari tra i 6 e i 10 anni che ti grida nell'orecchio, che non ha rispetto per gli anziani, ma neanche per chi è semplicemente più grande di loro, che ti pesta i piedi, ti spinge, ti da gomitate, mentre tu sogni ancora il tuo letto caldo che hai dovuto ingiustamente lasciare troppo presto e ripensi che fino ad un anno e mezzo fa c'era la mamma che ti portava la colazione a letto; quando vivi ogni giorno tutto questo, questa "tortura", come puoi non pensare che fare un figlio aumenterebbe il tasso di disarmonia del mondo?
Se per voi questo mi rende meno donna, allora sono meno donna, ma la verità è che io mi sento femmina tanto quanto tutte voi, e forse un po' più femminista, perché non relego il mio essere donna alla riproduzione. Non sono femmina perché sono madre, sono femmina perché ho un utero, e col mio utero ci faccio quello che voglio.