martedì 12 maggio 2015

L'amore al tempo dei mezzi pubblici...

La ragazza sussurra all'auricolare, lamentandosi delle urla di lui, rimproverandogli un appuntamento mancato e chiudendo la telefonata bruscamente. Resta col broncio per tutto il pezzo di tragitto in cui ho la possibilità di vederla. A quel punto scendo, cambio bus, alla fermata c'è un uomo. Ha un vecchio cellulare, di quelli con lo schermo ancora in bianco e nero che non mandano neanche gli MMS, e si lamenta. Si lamenta con sua moglie, la rimprovera, la rimprovera perfino della sua stessa stanchezza. Io entro nelle loro vite solo per poco, perché poi il mio autobus passa. Salgo, mi siedo, di fronte a me un uomo sulla settantina, con cappello e un bel sorriso allegro sul volto. L'allegria nelle mattine in cui si va a lavorare, e soprattutto sui mezzi pubblici, è cosa rara, la trovo nelle scolaresche, ma mi irritano, la trovo negli innamorati, ma quando cominciano a baciarsi producendo rumori salivari, il mio fastidio diventa eccessivo e sono costretta ad andarmene. Così, di rado, la trovo in un uomo che non mi dia fastidio, e, in lui, non mi dava fastidio. Prende il telefono, risponde, è la moglie. Il sorriso, stranamente, non muore. Lui alza la voce. Si, è un po' irritante quel suo urlare, ma, d'altra parte, l'autobus sembra volersi del tutto smontare, i pezzi sbattono tra loro con una tale forza e producendo un tale casino, che sembra impossibile che restino attaccati e non ci crollino addosso.
In qualche modo, quindi, deve pur farsi sentire. E' ammissibile che sia un po' sordo, vista l'età, ma questo non lo demoralizza, lui urla il suo amore, dice alla donna che ama di stare serena, che sta sull'autobus e che, di qualsiasi cosa si trattasse, sarebbe andato tutto bene. La consola, la rassicura... non avevo nulla da dire, un uomo sereno che ama la moglie, nonostante l'età; mi fa sorridere, mi rende compiaciuta, ma poi mi rabbuio; penso che magari non ho capito nulla, magari è un bastardo al telefono con l'amante più giovane. Ma no, il mio istinto mi dice di no, la sua faccia non era quella di un uomo che stava commettendo un misfatto, era quella di un uomo sereno, gradevole, in pace col mondo al punto che non sapeva neanche che autobus avesse preso. Me lo domanda e poi torna al telefono. Continuo ad ascoltarlo, seppur il mio capo sia chino su un libro, ma ad un certo punto sobbalzo, sono costretta a sollevare il viso, per brevi secondi, un attimo, perché non voglio imbarazzarlo, voglio che continui: lui canta. "Dammi il tuo amore, non chiedermi niente e dimmi che, hai bisogno di me. Tu sei sempre mia, anche quando vado via, tu sei l'unica donna per me". Gliela canta tutta, e solo dopo, soddisfatto, con un ampio sorriso sulle labbra, si alza e se ne va. Nessuna vergogna ho potuto scorgere in lui. Il coraggio di amare a voce alta. Meraviglioso. Con quella poca dose di allegria, in un mattino caldo e nevrotico, sono andata avanti, scesa dall'autobus ed entrata in metropolitana. Riesco a sedermi, non troppo dopo essere salita, e mi posso godere ciò che mi capita intorno. Vociare lento, sommesso, nessuno che urla. Com'è possibile? In verità, nulla di strano, quando l'età scende, la voce diminuisce e a muoversi sono le dita. L'amore, i tradimenti, avvengono tramite messaggio. Così vedo lei sorridere mentre scrive, butto l'occhio alla mia sinistra, ma non riesco a leggere, vedo un cuoricino, poi cambia chat, il viso cambia, la velocità con cui scrive cambia, uno dei due era il suo amore, l'altro sicuramente il suo peso.
Perché gli esseri umani si complichino così tanto la vita non lo capirò mai. Perché non seguire semplicemente il cuore invece di soffrire e far soffrire gli altri? Esco.
Mi passano accanto come una furia, riesco a mala pena ad accorgermene, poi guardo in avanti. Lui, alto e slanciato, la insegue, lei, bassa e bruttina, fugge. L'amore è proprio cieco e, a volte, anche parecchio stronzo. Chissà che aveva combinato lui, ma a noi donne piace essere inseguite, solo che in una metropolitana si rischia di sfuggire per l'ultima volta. E l'amore, in questo caso, diventa stupidità.

 

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