giovedì 30 luglio 2015

Quello che non sopporto: 4° attesissimo appuntamento.


Sono sicura che vi mancava la mia rubrica "Quello che non sopporto". In effetti tutti dovremmo avere una rubrica così, dove ci sfoghiamo, anche semplicemente elencando tutto quello che ci irrita o ci fa proprio imbestialire. E' da tanto che non scrivo qualcosa, perchè comunque devo accumulare, e poi sfogare tutto in modo estremamente acido, altrimenti non sarei io. Poi oggi, con poche ore di sonno, sono particolarmente ispirata. E infatti, tanto per cominciare, una cosa che non sopporto, è proprio dormire poco, andare a letto e non riuscire ad addormentarmi presto, e dovermi alzare la mattina senza ancora aver concluso i sogni. Il rumore della sveglia non lo sopporto proprio e non sopporto che i cinque minuti dopo la sveglia siano i più belli e i più intensi, tanto che a volte rischiano di diventare intere ore e a quel punto, sono cazzi tuoi.
Ma tornando alla normalità, alla vita, adoro trovare affinità con altre persone, che mi fanno rendere conto di non essere l'unica a non sopportare certe cose, e per questo ringrazio Nairi, una collega del mio fidanzato che probabilmente non leggerà mai questo post, e Gilda, la stessa Gilda che mi ha ispirato e mi ha "convinto" ad aprire un blog. Con la prima condivido la intolleranza totale per quelle che sono subito amiche. Quelle che dopo due minuti che ti conoscono ti chiamano "amorino", quelle che ti devono per forza toccare ed abbracciare. Non sono tipo da abbracci, a meno che non ti conosco da 10 anni e non ti vedo da almeno un mese. Non sopporto le effusioni in pubblico, neanche le mie. Soprattutto le mie. 
Con la seconda, invece, condivido l'odio per quelle che ti devono convincere a tutti i costi ad usare la coppetta (la tanto discussa mooncup che ha spaccato il mondo femminile in due). Le detesto proprio quelle che se non usi la coppetta ti guardano come se fossi una troglodita e ti accusano pure di inquinare il pianeta, come se loro facessero tutte la differenziata e non usassero la macchina per spostarsi. Quelle che ti dicono "ah ma come fai? e non ti da fastidio, io la metto e me la dimentico" e immagino che meraviglia quando te la levi dopo 8 ore. Chissà che piacere... Al solo pensiero mi viene da vomitare. 
Così come non sopporto quelle che devono obbligatoriamente allattare il figlio davanti a tutti in mezzo alla strada. Questo è un argomento delicato e so già bene di rischiare di attirarmi addosso le ire funeste della maggior parte delle donne del mondo. Il seno è sempre il tuo seno, il fatto che si diventi mamma non rende il corpo di una donna uno strumento di nutrimento, non mostravi il seno a tutti prima, perchè devi farlo adesso? C'è il viso del bambino davanti, ok... ma non copre tutto, poi ti devi asciugare prima di rivestirti, cosa ti costa metterti in un angolo serena e in disparte? No, lo devi allattare a tavola, davanti a tutti, magari anche davanti al mio fidanzato, e perdonami, ma mi irrita. 
E poi ci sono quelli con i peli che sbucano dal naso, odio i peli che sbucano dal naso quasi quanto i baffi nelle donne. Mi danno proprio un fastidio a livello epidermico. Così come mi danno fastidio quelli che hanno l'unghia del mignolo più lunga delle altre...e quando dico "quelli", parlo di "quegli uomini" perchè è una cosa prettamente maschile. Non c'è niente che mi faccia più schifo di un uomo con l'unghia del mignolo lunga. 
Poi non sopporto le donne che usano i pantaloni talmente stretti che fanno formare il classico zoccolo di gnu. Ragazze, fate vomitare, ve lo devo proprio dire. Non avete nulla di sexy, anche se, sicuramente, usate la coppetta. 


lunedì 27 luglio 2015

Da che parte stare...

 
Attenzione: post più o meno serio.
 
Si, lo dico innanzi tutto, perché solitamente amo essere piuttosto ironica nei miei post, ma stavolta l'argomento è abbastanza serio, e quindi lo saranno anche i toni, nel limite del consentito. Ovviamente non è semplice scelta quella di trattare argomenti seri, ma il mio blog tratta delle disavventure sui mezzi pubblici di Roma e quindi come posso non affrontare il discorso su ciò che sta accadendo in questi giorni a Roma, riguardo lo sciopero bianco e il resto di casino che c'è intorno all'ATAC e al Sindaco?
Devo, sono obbligata, non posso esimermi e dunque affronto l'argomento semplicemente esponendo il mio punto di vista e la mia, lo confesso, confusione e titubanza.

Lo sciopero, secondo i giornali (clicca qui per leggere l'articolo de "La Repubblica"), è dovuto all'aumento dell'orario di lavoro e all'obbligo di strisciare badge ad inizio e fine turno. Posso capire che alla gente non vada di lavorare di più, ma se in tutto il resto d'Italia e d'Europa lo fanno non capisco perché non adeguarsi, e infine, qual è il problema di strisciare il badge se il turno lo si fa in regola? A questo punto sorgono i millemila dubbi. Gli impiegati di ogni tipo lavorano 9/10 ore al giorno e quasi sempre, pure per andare in bagno, devono timbrare il badge. Perché loro non dovrebbero farlo?
Perché se a loro non va di farlo, non se la prendono coi dirigenti invece di incasinare una città già disastrata di suo ? Ultimamente Roma è allo sbando, lo hanno fatto probabilmente perché sapevano che sarei venuta a vivere qui e non volevano farmi avere un grande sbalzo e un grande cambiamento rispetto a Palermo. Così Roma è sporca, c'è molta criminalità, e i mezzi pubblici funzionano malissimo. E' da un mese che va avanti questa storia e se io ho sempre problemi ad andare e tornare, mettendoci dall'ora e mezza alle due ore per tratta, immagino le persone che hanno famiglia, che devono andare dai figli, che a lavoro devono arrivare puntuali se no vengono licenziate, quelle persone che probabilmente, anzi, sicuramente, lavorano più dei macchinisti dei treni e sicuramente timbrano il cartellino.
Ora, senso di giustizia e fratellanza impone di giustificare sempre le proteste del popolo e di unirsi a queste contro i poteri forti. E' vero, mi unisco, tollero lo sciopero dei mezzi ogni due settimane, quasi sempre a ridosso di un ponte o di una festività, solitamente non mi pesa neanche più di tanto, ma quando la cosa diventa continua, allora sono loro che protestano che perdono il senso di giustizia e fratellanza, perché coloro che trasportano su quei treni fetenti e caldi, da svenire, non è di certo la gente che ha il potere, non è di certo la gente ricca che si può permettere i taxi e le auto guidate da chauffeur che muore e si fa la sauna dentro la metropolitano o sul tram vecchio di settantanni.
Lo sciopero bianco, lo chiamano, perché scioperano mantenendosi dentro i limiti di legge. Ah si? Allora perché i tram vecchi continuano a girare? Perché i mezzi senza aria condizionata partono comunque, perché solo ogni tanto il servizio si ferma? Perché si arriva a dover chiamare la polizia?
Mi dispiace, ma stavolta non riesco a stare dalla parte del più debole, perché trovo che la sua protesta forse inizialmente giusta, stia ledendo la mia persona e come me molti altri, e, come si suol dire, la tua libertà inizia dove finisce la mia.

mercoledì 22 luglio 2015

Come in un film...

 
Ci sono dei film a cui tutti siamo legati in modo più o meno particolare e poi ci sono quelle scene indimenticabili, che ci restano nella memoria in modo permanente e costante, che ogni tanto vorremmo vivere sul serio, che magari ci troviamo a citare in alcune particolari situazioni. E poi ci sono quelle cose che fanno nei film e che abbiamo sempre desiderato fare nella vita, tipo: ordinare un martini con l'oliva e berlo d'un colpo senza morire; ubriacarsi e svegliarsi il mattino dopo perfettamente in ordine con i capelli solo un po' fuori posto ma che stanno comunque dannatamente bene e avere l'alito all'acqua di rose così che il nostro partner, rigorosamente un gran figo, non abbia il voltastomaco a baciarci; oppure ancora la famosissima scena del luna park in cui il tuo partner riesce a prendere il peluche più grosso tra quelli disponibili.. io non avrò mai il peluche più grosso! Ma tra tutte c'era una cosa, che sembrerà stupidissima, perché in fondo lo è, che ho sempre desiderato fare e che, in una città come Palermo, risultava pressocchè impossibile. Questa cosa è allungare la mano e gridare "taxi", con il taxi che si ferma e ti fa salire.
Ho sempre desiderato chiamare un taxi al volo, in qualsiasi punto della città mi trovassi e semplicemente allungando una mano.
 
Ebbene ieri, nel caldo torrido che per ora c'è a Roma, mi preparavo a fare la mia traversata sui mezzi pubblici. Non appena faccio 30 metri fuori dal posto in cui lavoro, all'incrocio tra la via principale e la traversa in cui si trova il mio ufficio, mi trovo davanti una macchina ferma e "perfettamente" posteggiata sulle rotaie del Tram con una quantità di gente, compreso poliziotto con taccuino, che commentava e soprattutto si lamentava, visto che non sarebbe potuta tornare a casa (o ovunque stesse andando) all'orario previsto... Dentro di me ho pensato "vabbè ma sicuramente ora chiamano un carro attrezzi e passa". Con questo pensiero arrivo alla fermata successiva e vedo una quantità di gente indicibile, tutta all'ombra e morta di caldo. Così chiedo "aspettate da molto", eh si...aspettavano da circa un'ora. Ora, io capisco che Roma sia grande, ma non crederò mai che ci voglia un'ora per spostare una macchina dai binari di un tram. Impaziente aspetto i miei primi dieci minuti, mi sciolgo lentamente nel frattempo, gocciolo da ogni parte del corpo. Passa un carro attrezzi; "eccolo" mi dico, e invece no! Gira dall'altra parte. A quel punto mi vedo persa. Non ce l'avrei fatta a tornare un'altra volta a casa con due ore di ritardo, così inizio a puntare i taxi, tutti quelli che vedevo, in andata ed in ritorno, ma erano tutti pieni. Poi ne vedo uno, fa scendere un signore e gira nella mia direzione. Confesso una certa emozione nell'averlo visto muoversi verso di me e nel pensiero che l'avrei fermato esattamente come nei film che tante volte ho visto. Così allungo la mano e... "Taxi!" era li, per me, si è fermato.

Non ci potevo credere. Per fortuna il caldo nascondeva un sicuro rossore che doveva avermi preso il viso per l'emozione. Salgo sul taxi, sentendomi una vera donna in carriera, molto aristocratica, e pago i miei bei 7 euro per due kilometri circa, forse di meno, forse di più, fino alla metropolitana. E' stato bello, quasi quasi mi sarei fatta lasciare a casa, solo che 50 euro erano un po' troppi. Però ho realizzato un sogno, non c'è che dire!
 

giovedì 16 luglio 2015

Panico da mezzi pubblici e misofonia.

In questi giorni in cui il caldo è arrivato a livelli da infarto, prendere i mezzi pubblici è ogni volta un terno al lotto, e soprattutto, mette ansia. Mi capita di tornare tardi perchè in alcuni mezzi non riesco proprio a salire, a volte sono pienissimi e a volte manca l'aria condizionata, a volte sono pienissimi e manca l'aria condizionata insieme e quindi si muore.
E quindi ansia, tanta ansia che a volte si trasforma in panico. L'ansia di sentire troppa puzza di sudore, ma ancora di più, la paura di toccare qualcuno sudato, di prendersi qualche malattia. E dire, ragazzi, che io non sono per nulla ipocondriaca, sono una di quelle che è cresciuta sbucciandosi le ginocchia e mangiando con le mani sporche e non sono mai morta. Di anticorpi ne dovrei avere abbastanza per sopravvivere, ma certe cose mi suscitano veramente paura. Ad esempio: i pidocchi. I pidocchi, forse perchè non li ho mai avuti, mi mettono proprio paura. Al pensiero di poterli prendere tremo, ed è per questo che con il caldo, i mezzi pubblici dove spessissimo si vedono barboni, ma anche persone che pur avendo una doccia a casa hanno difficoltà ad usarla, diventano un luogo del terrore. Terrore che aumenta quando capitano scene come quelle che capitano a me, perchè io le sciagure le attiro come il miele attira gli orsi. 
E quindi vi racconto quest'ultima, ma faccio prima una piccola premessa: chi mi legge sa che soffro di una gravissima forma di misofonia. Mi da perfino fastidio il respiro pesante di chi mi sta accanto, tanto che a volte sono mossa dall'istinto di chiedere di smettere di respirare a quella determinata persona. Mi fermo perchè mi rendo conto che potrebbero anche denunciarmi per istigazione al suicidio. Ad ogni modo soffro terribilmente, da vecchia probabilmente diventerò una di quelle signore scassacazzi che al minimo rumore si mettono ad urlare e si lamentano di tutto. Per adesso mi limito a soffrire e lanciare occhiatacce, ma è anche vero che la gente sembra farmelo apposta. 
Così, qualche giorno fa, mi trovavo sull'autobus che prendo per tornare a casa, era l'ultimo tratto ed avevo miracolosamente trovato un posto a sedere; l'autobus aveva l'aria condizionata ed io, che ero ormai per più di metà sciolta, l'ho preso come un segno divino. Tuttavia non poteva mancare il rovescio della medaglia. La prima volta mi sento toccare i capelli. Mi tiro in avanti mi giro e vedo una mano allontanarsi; "Bene" mi dico. 
Dopo qualche minuto sento masticare; è un rumore che riesce a farmi perdere proprio il senno. Questo rumore ad un certo punto aumenta, tanto che me lo sento quasi addosso e sono costretta a girarmi. Non l'avessi mai fatto! Mi ritrovo una vecchia (credo che fosse femmina, ma non ne sono sicura), dalla pelle unta e bisunta, senza denti, che rideva e masticava la sua stessa saliva, praticamente coricata sul mio sedile. Mi guarda e ride. Lo confesso e forse un pò me ne vergogno, mi è salito il classico brivido di paura che viene quando vedi un maniaco che ti fissa, o un cane che ti ringhia addosso. Mi sono spostata, ma non mi sono tranquillizzata finchè non sono scesa dall'autobus.
A casa mi sono fatta una doccia di quelle che rischi di strapparti la pelle per quanto strofini, e il mio pensiero fisso era: mi avrà immischiato i pidocchi.
No, per fortuna non ho i pidocchi, ma sicuramente voleva mettermi paura per fregarsi il sedile davanti e coricarsi un pò, e c'è riuscita.




martedì 7 luglio 2015

Le 10 cose più strane che ho beccato viaggiando sui mezzi pubblici...

 
Sui mezzi pubblici ci sono giornate in cui tutto fila liscio e giornate in cui non smetti un attimo di stupirti. Giornate in cui ti serve sempre il telefono a portata di mano per fotografare o fare video di ogni stranezza che ti trovi davanti. Oggi è uno di quei giorni e, avendo già stilato la classifica delle 10 cose che più mi fanno schifo e dei 10 tipi più pazzi, oggi stilerò la classifica delle 10 cose più strane (ma anche persone) che ho visto, due delle quali (le prime due in classifica per l'esattezza), sono proprio di oggi, ma non correte ed andiamo con ordine.:
 
Partiamo dalla numero 10.
 
10 - La donna invisibile: in realtà era un semplice paio di scarpe da donna, perfettamente sistemato vicino ad un palo alla fermata del tram.
 
 
9 - Il "cerco donna per storia seria": ovvero un volantino appiccicato sopra la porta della metropolitana, con un uomo nudo e il suo numero di telefono con sotto la scritta "cerco donna per storia seria"... sembrano esserci tutti i presupposti d'altra parte.
 
 
8 - La femme fatale: nel senso che ti basta uno sguardo per morire. 80° all'ombra e lei vestita interamente di pelle nera con stivaloni ultra zeppati e aderentissimi e sopra una maglia nera con il pizzo dorato. Età minima 65 anni. Massima 85. Ovviamente biondo platino.
 
 
7 - L'artiglieria: ma non nel senso stretto del termine. Una tizia...o forse un tizio, beh diciamo una persona con delle unghie di almeno 5 centimetri ciascuna, acuminate e brillantinate. Facevano paura.
 
6 - The walking drunk: Marito e moglie ubriachi ogni santo giorno, già alle 16,30. Come facessero a beccare l'autobus e a tornare a casa, ancora non l'ho capito.
 
5 - Il comico: ogni tanto sui mezzi si becca un mancato attore, ormai sulla sessantina, che, incapace di muoversi e forse senza neanche sapere dove sta, con voce tuonante intrattiene la folla perculando, col suo tipico accento romanesco, la gente che gli sta attorno.
 
4 - Il cattivo: noi, stipati sui mezzi verramente come buoi, a morire di caldo e lui, fuori, nel suo bel furgoncino a prenderci per il culo. Ovviamente non tutti lo hanno ignorato ed un ragazzo gli ha fatto segno di stare zitto, lui è andato su tutte le furie, lo ha minacciato di morte e si è pure segnato la matricola del tram. Chissà che gli sarà venuto in mente...
 
Entriamo quindi nella pole position.
 
3 - Il freddoloso: 40° all'ombra, senza esagerare. Niente aria condizionata sul mezzo, finestrini bloccati. Io che pensavo di morire li, da un momento all'altro e lui, con la sua bella barba non curata da chissà quanto stava seduto comodamente dentro il suo maglioncino di lana con giubbino smanicato sopra. Vi risparmio la descrizione sull'odore.

 
2 - "Donna baffuta sempre piaciuta, ma se...": ma se... i peli sono nel petto? Ragazzi, ho avuto paura. Non avevo mai visto una donna coi peli nel petto, soprattutto una donna coi peli nel petto lunghi come capelli, ma soprattutto una donna coi peli nel petto lunghi come capelli che portava una camicetta aperta fatta apposta per metterli in mostra. Avrei tanto voluto vomitare.
 
And the winner isssss:
 
1 - Lo specchio magico: ogni donna ha sempre desiderato uno specchio come quello di Grimilde, la regina cattiva di Biancaneve, al quale chiedere se fosse la più bella e poter anche vedere il mondo attraverso. C'è chi, non accontentandosi, ha scelto la cover più TASCIA del mondo. Un rosa confetto di gomma con tanto di manico per avvolgere un bellissimo iPhone 6. Per chi non sa cosa vuol dire TASCIA, vi faccio presente che non lo posso tradurre, ma che vedendo l'oggetto in questione nella foto che segue, capirete da soli cosa vuol dire.