lunedì 23 marzo 2015

Uomo bastardo


Sui mezzi pubblici ti capita anche di sentire storie e rivederti in quelle storie. A volte ti viene voglia di dare consigli, a volte semplicemente ripensi a com'eri e a come non vorrai essere mai più. Oggi mi trovavo come di consueto sul tram 3, per percorrere l'ultimo tratto di strada che mi porta a lavoro, direzione Parioi. Davanti alla porta, distante, ma non così tanto da non essere sentita, c'era una ragazza. Stava praticamente appiccicata alle porte, nonostante ci fosse spazio, il tono sommesso e basso, quasi fastidioso. Ma c'era una cosa più fastidiosa ancora del suo tono di voce: stava supplicando la persona con cui era al telefono, un uomo. 

Sono riuscita perfino a sentire il nome, tante sono state le volte che l'ha ripetuto. Magari starete pensando che sono una che si fa i fatti altrui e, in un certo senso, è vero perché istintivamente ascolto, tuttavia sono gli altri che non si risparmiano di far sentire i fatti propri a tutti. Se parli su un tram sai di avere gente intorno, o no?

Ma torniamo alla ragazza e alla sua supplica. Avrei voluto gridarle di smetterla, avrei voluto dirle che più faceva così, più lo pregava, più lui si faceva grande e forte e sapendo di averla in pugno, di certo avrebbe continuato a farla soffrire, facendo nel frattempo quel che voleva. Ho pensato a quando anche io ero così, ormai dieci anni fa. 

Un passato quasi sepolto e dimenticato ma senza il quale sicuramente non sarei quella di adesso, per questo, sentendo quella ragazza, che non poteva essere molto più giovane di me, mi sono sentita grata e al tempo stesso arrabbiata con lei. Voi vi direte: perché con lei se lo stronzo è lui? Perché semplicemente se non ci fossero donne che si sottomettono a certi uomini, permettendogli di usarle e maltrattarle come più pare loro, questi porci sarebbero costretti a cambiare atteggiamento o a crepare da soli!


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